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A Popular Stephan Micus

Tgcom incontra il polistrumentista

Pochi concerti sanno dare emozioni come quelli di Stephan Micus, polistrumentista tedesco attivo ormai dagli anni '70 sulla scena internazionale.

Anni contraddistinti da concerti, album ma anche dallo studio degli strumenti "etnici" più disparati provenienti da ogni parte del mondo e dall'uso particolarissimo della voce, che diventa anche'essa strumento. La terza edizione di "Contaminazioni Contemporanee" a Bergamo si è aperta con il concerto di questo straordinario artista.

Numeroso anche il pubblico al Teatro Donizetti, a testimonianza del fatto che prima che il "genere" conta la qualità delle musica. Lo abbiamo incontrato a poche ore dal concerto, parlando con lui dell'esperienza "live". 

"Io vedo il concerto come un viaggio - ci dice Stephan Micus - scegliendo con grande cura anche la sequenza dei pezzi, per me iniziare un concerto e come intraprendere un percorso con una guida, che ti mostra bellissimi posti ed alla fine di riporta al punto di partenza. Così l'esperienza stessa dell'ascoltatore è come quella di un viaggio. Nei miei concerti suono strumenti che provengono da ogni parte del mondo: tradizionali ma con composizioni ed improvvisazioni mie; spesso gli strumenti sono modificati per ottenere un'accordatura particolare. Cerco di mostrare alla gente che questi "vecchi" strumenti sono belli e cerco di esprimere i miei sentimenti anche attraverso di essi: preferisco in particolare strumenti di Asia ed Africa che sono ancora originali e "primitivi". 

Quali sono secondo lei le differenze tra l'esperienza in studio e quella dal vivo? 
Lavorare in studio è divertente e spesso si può lavorare bene se sei solo, come nel mio caso:si possono tenere da parte registrazioni anche per mesi dopo averle realizzate e riprenderle al momento opportuno. Dal vivo non c' è la possibilità di fermarsi e di tornare indietro, dal momento che tu sei solo con lo strumento e devi comunicare con il pubblico: questa rappresenta veramente una sfida per me, penso sia importante raccogliere questa sfida ed avere un contatto ravvicinato con la gente.

Giancarlo Bastianelli