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Winehouse, una stella "su di giri"

Prima europea al Tempodrom di Berlino (pieno ma non "sold out") per il tour di Amy Winehouse.

Iniziato con un'ora di ritardo, qualcuno già ipotizzava il suo forfait. Ma eccola apparire sulle note di "Addicted". Qualcosa non va, è troppo evidente. Amy appare decisamente "su di giri", si tocca continuamente il naso e si sistema nervosamente l'abito arancione fasciato da un cinturone di pelle.

Magra come non mai, l'artista a volte canta, altre volte si ferma e molto spesso cambia le parole delle sue canzoni perché non se le ricorda e il pubblico si lamenta per questo. E' quello che è successo con "Love is a losing game", qui proposto non nella meravigliosa versione acustica, ma in quella presente nell'ultimo disco "Back to Black". Amy esegue la canzone velocemente, sembra quasi voler finire in fretta e travolge quasi completamente il testo. Peccato, è uno dei migliori brani che abbia composto.

Ecco che la cantante sembra "riprendersi" con "Cupid", ce la mette tutta ma alla fine pensa più a sistemarsi il ciuffo che a concentrarsi sulla musica. Durante l'esecuzione di "Hey Little" presenta la sua band che ha suonato in maniera impeccabile (tastiere, basso, batteria, chitarra elettrica, tromba, sax e flauto) e i due coristi di colore che ballano e cantano splendidamente.

In scaletta erano previsti sedici brani, ma due non vengono eseguiti: "Monkey Man" e "Brother". Sconcerto tra i presenti mentre la Winehouse canta "I'm no good": beve vino rosso (ne tiene sempre un bicchiere colmo sul palco durante le sue performance) e scoppia a ridere.

Con "Valerie" si chiude un live molto, forse troppo, atteso perché segna il ritorno ufficiale in musica di un'artista che ha fatto parlare di sè più per i suoi eccessi e la relazione tormentata col marito Blake Fielder-Civil.

Due i sentimenti contrastanti a conclusione dello show: rabbia per vedere un talento come lei così sciupato (non solo fisicamente) e consumato per la sua giovane età (24 anni). E anche pena perché barcollante, in preda a risate isteriche, tosse e con lo sguardo perso nel vuoto non si sa quanto possa continuare con questo stile di vita. Con "Frank" (primo album del 2003) era nata una stella, con "Back to Black" ha stregato pubblico e critica. Ma quella stella di nome Amy si è (momentaneamente) spenta.

Rimaniamo, dunque, in attesa di una svolta che le consenta di tornare come vorremmo fosse: una ragazza che sa guardare con ottimismo al suo futuro. Visto come stanno le cose non sappiamo se la cantautrice riuscirà ad esibirsi per la sua unica tappa nel nostro Paese all'Alcatraz di Milano il 26 ottobre. I fan incrocino le dita. Già a Manchester le due date previste, 12-13 novembre, sono state spostate al 12-13 dicembre perché Amy vuol testimoniare in favore del marito che dovrà presentarsi proprio in quei giorni in tribunale per rispondere alle accuse di percosse.

LA SCALETTA DEL CONCERTO 
Addicted, Just Friends, Tears Dry on Their Own, He can only, Back to Black, Wake Up Alone, Love Is a Losing Game, Cupid, Your wondering now, Hey little, Brother (non è stata eseguita), Rehab, Me and Mr Jones, I'm no good, BIS: Monkey Man (non è stata eseguita) Valerie