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Pavarotti, eredi le quattro figlie

Spunta testamento del dicembre 2006

Un testamento inedito, in cui Luciano Pavarotti lascia il suo patrimonio in parti uguali alle quattro figlie, tre avute dal primo matrimonio, e una, Alice, nata dall'unione con Nicoletta Mantovani.

Il Tg1 ha mostrato il documento, scritto di proprio pugno dal tenore e risalente al 4 dicembre 2006, quindi precedente agli altri due già noti. Alla Mantovani spetterebbe la quota legittima, costituita da beni immobili a Pesaro.

Nel testamento olografo datato 4 dicembre 2006 il tenore Luciano Pavarotti, scomparso il 6 settembre scorso e già molto malato, disponeva di lasciare "l'intera partecipazione della Sporting 2 Srl e l'intera sua proprietà in Pesaro" alla sua seconda moglie Nicoletta Mantovani. Nel documento si legge: "Io sottoscritto Luciano Pavarotti dispongo quanto segue per il tempo in cui avrò cessato di vivere: lascio a mia moglie Nicoletta Mantovani l'intera partecipazione nella Sporting2 Srl e l'intera mia proprietà sita in Pesaro località San Bartolo e istituisco eredi le mie figlie Lorenza, Cristina Giuliana e Alice alle quali lascio tutti gli altri miei beni in parti uguali tra loro".

Il testamento, aperto dal notaio Silvio Vezzi nel suo studio a Modena, non ha alcun valore giuridico, perchè superato dalle altre due disposizioni testamentarie. Decisive sono le volontà successivamente espresse dal maestro, in cui l'asse ereditario veniva diviso tra la moglie, Nicoletta Mantovani, a cui andava il 50% dei beni e il resto alle figlie.

Valida anche la disposizione di luglio, quella redatta a Pesaro dal notaio Buonanno, che perfeziona il documento di giugno e stabilisce l'attribuzione del "patrimonio americano". Stando a  quest'ultimo, a Nicoletta Mantovani vanno proprietà ingenti a New York, un patrimonio "bloccato" (in gergo "trust") e non trattabile. Questo comprenderebbe, secondo alcune stime, una casa all'Hampshire House su Central Park e altri due appartamenti (mini) a New York. Più ovviamente altri beni mobili come alcuni quadri di gran valore.

"Il testo di Pesaro era stato completamente predisposto dai legali - ha spiegato il notaio Buonanno a Diva e Donna.  - Io non ero d'accordo su vari punti, ma mi è stato imposto di non modificare nulla''. Il 29 luglio, Buonanno pose varie domande a Pavarotti ''relative agli immobili e ai beni mobili del suo patrimonio americano. Ma in suo luogo - sostiene il notaio - intervenne il legale, affermando che il valore degli immobili si aggirava intorno ai nove milioni di dollari, e dei beni mobili intorno ai 100 mila dollari. All'affermazione del legale il maestro strabuzzò gli occhi dicendo 'io credo molto di più''.