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Negramaro, ritorno... e a capo

Conferma e novità in "La finestra"

Il terzo album (anche se a voler essere precisi è il quarto se si considera 'Negramaro' del 2003) è la prova del nove per qualsiasi artista o conferma ciò che ha fatto sino al secondo o cambia totalmente orizzonte spiazzando critica e pubblico.

Con il detto "un colpo al cerchio e uno alla botte" si può riassumere l'album "La finestra" dei Negramaro. Sangiorgi e &Co. sono andati sino in America dal produttore Corrado Rustici (che ha già lavorato con Elisa) per incidere i nuovi brani. Rock sempre rock, vocalizzi unici e i Negramaro sono sempre i Negramaro in brani come "Tu ricordati di me" oppure "Neanche il mare" che sembra uscito dal precedente "Mentre tutto scorre". E ancora una garanzia con il pop rock "L'immenso".

Ballatona strappalacrime (e bella) "Un passo indietro". Diciamolo senza problemi, fin qui nulla di nuovo. Però ci sono dei piccoli gioielli incastonati nella lunga tracklist di questo disco (i brani sono in tutto ben 14) e fanno ben sperare per il prossimo futuro musicale della band. "La finestra" è un riuscitissimo connubio tra r'n'b e rock. Un bel tentativo specialmente per il nostro mercato italiano poco avvezzo ai ritmi che impazzano Oltreoceano. Un brano diviso a metà in cui si rimane spiazzati dalla novità dell'architettura musicale. A seguire si rimane affascinati da "Quel posto che non c'è". E fa un po' impressione sentire Giuliano Sangiorgi dimenarsi tra viole, archi e un arrangiamento vocale inedito con un incipit quasi sussurrato. Zingarata alla fine di "E così", dove sembra di ascoltare la colonna sonora di un film Emir Kusturica. Ritorno alle origini con musiche "crude" ed essenziali con "La distrazione", che apre il disco, che ci ricorda il sound dei primissimi Negramaro di "000577" del 2004.

E poi ancora la "sorpresa dance" di "E ruberò per te la luna". "Una volta tanto (canzone per me)" è un lentone alla Simon&Garfunkel (ascoltate bene la voce di Sangiorgi all'inizio del brano) strutturata ad incastro con i giri di chitarra rock. L'unico neo? "Cade la pioggia" in duetto con Lorenzo Jovanotti che rappa al termine della canzone. Nulla aggiunge e nulla toglie alla ricchezza del disco. In fondo è un piccolo incontro tra amici. La qualità della scrittura dei testi di Giuliano Sangiorgi è sempre alta. Si parla di amori finiti, quelli rimasti ancora nel cuore o quelli difficili come in "L'immenso" quando canta "se potessi far tornare indietro il mondo farei tornare poi senz'altro te" oppure l'esistenzialismo in "La finestra" con i versi "e non mi resta che allacciare un paio d'ali alla mia testa e lasciare i dubbi tutti a una finestra". I fedelissimi ameranno questo disco, qualcun altro forse meno, altri se ne aggiungeranno. Attesa per il lungo tour (si inizia da Cuneo il 24 giugno per poi concludersi il 16 agosto a Lecce) con tutta l'energia del gruppo (oltre Giuliano Sangiorgi, ci sono Emanuele Spedicato, Ermanno Carlà, Danilo Tasco, Andrea Mariano e Andrea De Rocco).

Andrea Conti