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Bosè: "In Italia non mi capivate"

"Papito" celebra 30 anni di carriera

L'idolo delle ragazzine degli anni '80 conquistate da "Super superman", compie 30 anni di carriera.

Miguel Bosè pubblica "Papito" ("un nomignolo affettuoso") con sedici duetti, dalla Pausini ("ho pianto sentendola cantare") a Ricky Martin. Singolo è "Si tù no vuelves" (Se tu non torni) in duetto con Shakira. "Non amo le feste ma questo disco dovevo farlo", dice a Tgcom . E poi continua a ruota libera sulla sua vita privata...

Anche se dice "la mia vita è assolutamente noiosa, i paparazzi invecchierebbero fuori dalla mia casa senza ricavarne uno straccio di scoop", si stenta a credere che in 30 anni di carriera e a 51 anni Miguel Bosè abbia avuto una vita totalmente senza colpi di scena. Figlio del torero più amato di Spagna, Luis Miguel Dominguìn, e dell'ex Miss Italia Lucia Bosè, a casa sua c'era un viavai di pittori, politici e musicisti famosi. Inevitabilmente l'artista comincia a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo negli anni '70 prendendo lezioni di danza a Londra, Parigi e New York con coreografi del calibro di Alvin Ailey e Martha Graham.

Il padre all'inizio non vede di buon occhio le aspirazioni artistiche di Miguel. Poi il lancio nel firmamento della musica nel 1977 con hit come "Mi libertad" e "Anna". Misterioso e affascinante il cantante conquista le platee anche con il suo aspetto efebico. Poi gli anni '80, la Spagna è in pieno fermento e la "movida" coinvolge anche Bosè. Inizia l'ascesa con l'album "Miguel" e il singolo "Te amarè". Con "Bandido" del 1984 e uno stile ispirato a David Bowie, si fa crescere la barba, indossa una gonna scrive testi che richiamano esplicitamente al sesso e sconvolge i benpensanti. La rivoluzione Bosè è iniziata. Poi i dischi meno compresi dal grande pubblico come "Salamandra" e "XXX". Nel frattempo il cinema negli anni '90 con Almodovar in "Tacchi a spillo" e "La regina Margot" di Patrice Chéreau. In Italia conquista le hit con "Se tu non torni" contenuta in "Sotto il segno di Caino". Poi nel 2002 conduce il reality musicale di Italia 1 "Operazione trionfo" e il silenzio. E mentre tutti si chiedono che fine abbia fatto, Miguel vende 19 milioni di dischi nei paesi latini. "Papito" è già primo in Spagna da cinque settimane, primo in Messico e sesto negli Usa.

Perché se n'è andato dall'Italia?
La mia casa dicografica, la Warner, in realtà mi ha cacciato. Non è stato compreso il tentativo artistico del disco "Bandido" del 1984. Qui si è sempre fedeli alla stessa formula. Sordi faceva Sordi... Ho comprato 550 copie del mio disco me ne sono andato in Messico ed è stato il botto!

In che senso?
Ho recitato con lui ne "L'avaro" ed era riconoscibile l'attore e l'uomo nel suo personaggio.

Ma anche la Pausini è fedele alla "stessa formula"...
Non ci sono dubbi, non intendo un'accezione negativa. Però è un dato di fatto che nei paesi latini il cambiamento di un artista viene comunque accolto bene. Diverse sono le richieste e c'è una generazione multirazziale in Spagna, Argentina, Messico.

Perché festeggiare 30 anni di carriera con un disco di duetti?
E' stata una idea della mia manager. Io odio festeggiare compleanni e altro. Ma questa era un'ottima occasione per fare un bel disco.

Ha scelto lei i pezzi?
No i miei amici hanno fatto le loro richieste, hanno scelto loro la mia hit e abbiamo cantato insieme.

C'è "Agua y sal" in duetto con Mina, vecchio successo che lei ha cantato con Celentano. Come è riuscita a conquistarla?
E' lei che ha conquistato me. Avevamo in ballo un progetto molto tempo fa, poi non concretizzato. Questo era il momento adatto.

E' andato a Lugano?
No abbiamo registrato separatamente le parti.

Quando sente la Pausini piange?
Si è vero. Lei ha scelto la mia "Te amaré" e l'ha interpretata in modo sublime, mi son venuti in mente ricordi della prima fase della mia carriera.

C'è anche Michael Stipe dei Rem in "Lo que ay es lo que ves". Come vi siete conosciuti?
Nel 98 per due anni e mezzo ho condotto Séptimo de Caballería, uno show musicale. Sono passati quasi tutti da me da Madonna a Prince. Con Michael abbiamo stretto subito amicizia, il suo sogno era poter cantare in spagnolo. Così ha scelto questa canzone che peraltro non è mai stata un singolo.

Verrà in tournée in Italia?
Dipende da come andrà questo disco.

E' da un po' che non la si vede al cinema, come mai?
Non mi sono mai sentito parte di questo mondo. Io amo la musica. Se ho fatto questa esperienza è per capire bene come era fatto il meccanismo. Ma ho capito di avere un grande difetto: non ho pazienza. E quando si ha un ritmo di vita come era il mio, il cinema con i suoi tempi morti è insopportabile...

Come è riuscito allora a fare film?
Dedicandomi ad altro. Ad esempio, durante le riprese de "La regina Margot" ho cucito personalmente dei cuscini splendidi nel tempo libero!

Ha ricevuto altre proposte?
Moltissime. Ma se deciderò mai di tornare a far l'attore ho già i miei amici, tra cui Almodovar, che so mi accoglierà a braccia aperte.

In Spagna i Pacs sono ormai consolidati, ma in Italia si fatica ad accettare i Dico. Come mai?
La Spagna dopo la destra di Aznar è come rifiorita grazie a Zapatero. C'è anche molto più rispetto per la cultura. In Italia credo che la Chiesa sia rimasta al XVI secolo. Rimanga nella sfera della filosofia e non entri nei giochi democratici. Le diversità vanno accettate e comprese, non trovo giusto che sia la maggioranza eterosessuale a decidere cosa è giusto e cosa no.

Ha mai pensato di diventare torero?

Assolutamente no, ma c'è già mio nipote Cayetano Rivera Ordonez, che ha fatto anche da testimonial ad Armani, che porta avanti la tradizione di famiglia. In Spagna ci sono ancora ragazzini di quindici anni appassionati alle Corride. C

C'è un duetto che non è riuscito a realizzare?
Con Caetano Veloso. Sarebbe un sogno che diventa realtà.

Andrea Conti