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Codice Vinci, Opus Dei contro Sony

Diatriba sullʼavviso agli spettatori

I responsabili dell'Ufficio stampa dell'Opus Dei, Marc Carroggio e Brian Finnerty, hanno presentato il lavoro svolto dalla Prelatura per contrastare il romanzo "Il Codice Da Vinci" e il film omonimo in uscita il 19 maggio.

Nelle settimane scorse era stata inviata una lettera alla casa di produzione Sony chiedendo di inserire all'inizio del film un avviso: la storia è frutto di fantasia. "Ma non ci hanno risposto", dicono Carroggio e Finnerty.

L'Opus Dei aggiunge che non ha mai chiesto "nessun tipo di censura", piuttosto si è data "l'opportunità alla Sony di dimostrare che la libertà d'espressione è conciliabile con il rispetto delle credenze altrui".

Secondo l'organismo fondato da Sant'Escrivà il danno prodotto da questo romanzo e, presumibilmente anche dal film, "è soprattutto nei confronti della fede cattolica, della Chiesa e, solo in secondo luogo, dell'Opus Dei. Le autorità dell'Opus Dei hanno chiaramente indicato l'obiettivo: difendere la verità su Gesù e sulla Chiesa in unità con i Vescovi e le Conferenze Episcopali e tutti i cristiani, con un tipo di comunicazione amichevole, positiva, cristiana. Allo stesso tempo il dialogo con la Sony si è esplicitato nella richiesta di rispettare la fede dei Cattolici in continuità con la tradizione dell'azienda giapponese".

Da questa storia l'Opus Dei percepisce anche qualche aspetto positivo. "Il primo effetto positivo è stato il rafforzamento della collaborazione inter-ecclesiale: molte realtà della chiesa in diverse parti del mondo stanno collaborando per fornire informazioni sulla verità dei vangeli e sulla fede cattolica. Molte persone in questi tre anni hanno ammesso che il libro è stato occasione di riavvicinamento alla Chiesa e alla fede". Il secondo effetto positivo, invece, riguarda "il dialogo con i media: si è generato un interesse per i temi della fede".