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Morgan: "Il mio omaggio a De Andrè"

Lʼartista presenta a Tgcom il nuovo cd

Ex frontman di Bluvertigo, Morgan torna con un nuovo progetto solista che vuole essere un omaggio a Fabrizio De Andrè.

"Ricanto tutti i brani di Non al denaro non all'amore né al cielo - dice Morgan a Tgcom - e l'ho fatto in modo filologico". Poi ha aggiunto: "Ho inciso il disco a casa e mia figlia Ana Lou è rimasta affascinata da alcuni epitaffi. Per lei ho dovuto censurare un verso di Un giudice".

Morgan (al secolo Marco Castoldi) ci tiene a raccontare di sua figlia Ana Lou, nata dalla storia d'amore con Asia Argento. "Ho avuto qualche problema con Ana Lou perché ho registrato il disco a casa - dice - e lei ascolta le canzoni che incido. Quindi inevitabilmente le ha imparate a memoria. Di De Andrè le piacciono molto "Il malato di cuore" e "Il giudice". In quest'ultimo pezzo c'è un verso che dice 'perché ha il cuore troppo troppo vicino al buco del culo'. Così per lei ho cambiato la frase e ho inciso 'vicino al cuore del mulo'. Non potevo fare altrimenti. Del brano Il malato di cuore ad Ana piace molto il verso 'da ragazzo spiare i ragazzi giocare al ritmo balordo del tuo cuore malato'.

Com'è nata l'idea di incidere questo album?
Nel settembre scorso, Dori Ghezzi mi ha proposto di inaugurare il centro studi intitolato a De Andrè, proponendomi un'esecuzione dell'album di Spoon River. Ho accettato l'incarico, ma ho lanciato una controproposta chiedendole di poter re-incidere tutto il disco di Fabrizio.

Questo non è un disco, ma l'hai definito una "dis-cover"...
E' un'idea sui generis. Cover è una trasformazione, una manipolazione e una personalizzazione di testi classici. Io, invece, sono stato fedele - filologicamente parlando - e aderente alla formula originale delle canzoni. Le ho conosciute entrandoci dentro e trasformandole come fossero un'opera classica. Ho apportato delle microchirurgie, grazie anche all'aiuto del pc. Mi sono tolto la libidine di maneggiare questa musica, un po' come ha fatto Gus Van Sant con il remake di "Psycho". Lui ha detto 'voglio fare le stesse inquadrature di Alfred Hitchcock, ma con i mezzi tecnologici di oggi".

Cosa ti affascina più di "Non al denaro non all'amore nè al cielo"?
Ha un fortissimo messaggio etico con aspetti di varia umanità. Attualissimi. Poi è anche un disco sociale. Tocca persone più diverse e affascinanti, tutti lì a dormire "sulla collina", come dice il primo brano del disco.

La Fondazione De Andrè ha incaricato alcuni dei Conservatori più famosi di ri-scrivere il repertorio di De Andrè con partiture di musica classica...
E' quello che ho già fatto con la collaborazione dell'Università di Siena. Ho avuto tra le mani le partiture originali delle musiche di "Non al denaro...", cose che neanche Piovani aveva. Questo è un disco complesso e ho sfruttato le mie conoscenze accademiche suonando anche il clavicembalo (che avevo studiato a 16 anni).

Hai coordinato anche due orchestre "Le sagome" e "L'orchestra scomposta". Come ci sei riuscito?
Ho registrato le loro esecuzioni in session separate e ho diviso l'apparato 'leggero' del disco con la parte 'sinfonica'. Poi una volta creato lo scheletro di ognuna di queste due parti le ho messe insieme in un secondo momento. Era complesso mettere insieme l'anima classica di Piovani con quella pop di De Andrè.

E' un caso che degli otto epitaffi, il "suonatore Jones" sia l'unico ad essere in pace con il mondo?
No. Il suonatore segue sempre la sua inclinazione artistica, per tutta la vita. Quindi è appagato dall'arte. Gli artisti sono "persone espresse" o come dice De Andrè nella canzone "un ridere rauco ricordi tanti/ e nemmeno un rimpianto". Insomma il suonatore ha condotto sempre una  vita piena ed appagante. Immagino anche che nel suo tempo abbia avuto un ruolo determinante perché narrava la storia degli altri personaggi del disco. Ne ha cantato le gesta, ha fatto il giullare di corte e la canzone del giudice magari l'avrà cantata davanti al giudice stesso.

Come definiresti questo album?
Barocco. E' stato giusto riproporre questa musica dopo il minimalismo che ha contrassegnato gli anni '90. Ne "Il malato di cuore" ho inserito un arrangiamento libero su un tema tratto dall' "Inverno" di Vivaldi. Poi in "Un medico" c'è il tema regio de "L'arte della fuga" di Bach, "Un chimico" è impreziosito dalle note del "Canone" di Pachelbel. Infine "Il suonatore Jones" è stato arricchito da quattro note dal tema di "Dormono sulla collina". Ho reiterato solo alcuni momenti musicali del brano di apertura, allungando l'intero disco di 13 minuti.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sicuramente un tour con il gruppo "Le Sagome", in estate. Con i Bluvertigo stiamo mettendo assieme un po' di idee per il nuovo album. E con i Lombroso mi sto divertendo molto, facendo serate con loro. Un ritorno alle origini quando bisognava andare in giro con la stessa macchina, scaricare e caricare gli strumenti  e montare le luci del palco. Pubblicherò anche un libro edito dalla Isbn Edizioni.

I Lombroso sono Dario Ciffo e Agostino Nascimbeni. Come li hai conosciuti?
Dario (violinista degli Afterhours; ndr.) è stato quasi mio cognato perché fidanzato con mia sorella. Mentre con Agostino suonavamo anni fa a Brera con la chitarra in mano le canzoni rock and roll dai Beastie Boys ad Elvis. E' un ottimo musicista e polistrumentista.

Andrea Conti


Curiosità - Alcune differenze con il disco di De Andrè: la versione di Morgan ha un totale di 17 brani per un durata compessiva di 43': 22''. Mentre l'album di De Andrè conta 9 brani e 31': 15'' di durata. Tra i componenti dell'orchestra scomposta, suona il violoncello secondo Roberta Castoldi, sorella di Morgan.