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Queen, il concerto delle polemiche

Lo show nonostante il lutto del Papa

The show must go on: la morte del Papa non ha fermato la macchina dei concerti.

Mentre a San Pietro si vegliava la salma di Wojtyla, nella capitale hanno suonato i Queen con Paul Rodgers al posto di Freddy Mercury. Scoppia il caso. "Trovata di pessimo gusto", dicono i critici"; "Il Papa amava la musica", ribattono gli organizzatori.

"Fare il Concerto dei Queen in questo momento di dolore e preghiera lo trovo di pessimo gusto", così si era espresso il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso poche ore prima dello show. Ad inizio concerto ha replicato Claudio Trotta, organizzatore del tour, "Il Papa amava la musica e non credo che i Queen possano dare fastidio".

L'omaggio a Wojtyla si è consumato in un minuto di silenzio, prima dell'ondata rock che ha invaso il Palalottomatica. Un boato ha accolto la storica band di "I want to break free" orfana del suo storico (e insostituibile) leader, Freddy Mercury. Al posto del grande "canottierato", capace di assoli vocali impareggiabili, il modesto Paul Rodgers, rockbluesman poco noto al grande pubblico che trent'anni fa militava nei Free. Ingresso "alla Mercury" , facendo roteare il microfono in aria e divaricando le gambe, ma nell'inevitabile paragone il povero Paul, pur senza demeritare come si direbbe in termini calcistici, non ha potuto che far rimpiangere lo scomparso Freddy. 

Altro assente storico John Deacon, il bassista del gruppo, che si è rifiutato di fare questa tournée proprio per le molte perplessità sull'ingresso di Rodgers nella band. E, a dire il vero, anche il chitarrista Brian May, pur sostenendo il progetto, ha voluto che il gruppo si chiamasse Queen + Paul Rodgers.

Il progetto iniziale di questa tournée prevedeva la partecipazione di Elton John che poi ha fatto saltare l'accordo per non affrontare l'impegno prolungato di un tour faticoso. Cosi Brian May e il suo vecchio fedele amico-batterista Roger Taylor sono partiti con Paul Rodgers. Nel brano più atteso, "Bohemian Rapsody" la prima parte è stata accompagnata da un video con Freddy Mercury. Così come uno dei momenti più toccanti è stato quello con Taylor nella veste di cantante in "Days of our lives" accompagnato dalle immagini in bianco e nero dei Queen giovanissimi.

La scaletta ha inanellato una serie di pezzi famosissimi e particolarmente amati in Italia dove i Queen hanno sempre avuto, e continuano ad avere, un seguito enorme e appassionato. Due ore di musica da "Reachin'out" a "Radio Ga Ga" in una sorta di juke box della storia della band. May ha condotto le danze, Rodgers ha fatto il suo lavoro meglio che ha potuto (non è mancato lo striscione "Good save the Queen" in tribuna) scatenendo l'entusiasmo del pubblico con classici come "Crazy little thing called love". In alcuni casi Rodgers non ha neanche avuto bisogno di cantare, visto che al suo posto lo ha fatto il pubblico in coro, come è avvenuto su "I want to break free". Altre volte ci ha messo del suo, quando ha imbracciato la chitarra per dare il via a "Crazy little thing called love" facendola diventare quasi una ballata rock. O quando, t-shrt bianca, bicipiti in evidenza e pantaloni neri si è preso qualche fischio per cantare un suo brano, "Seagudd". Mercury era un'altra cosa.