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Siffredi: "Mi manca il mio lavoro"

"Sono frustrato" confessa il pornodivo

"Ho smesso di fare l'attore, ma ora mi sento frustrato", confessa Rocco Siffredi.

Il pornodivo si è raccontato nel corso di un'intervista ad un canale satellitare. Celebre attore hard fino a poco tempo fa, Siffredi vestirà d'ora in poi i soli panni del regista e del produttore. Il suo ultimo film, da protagonista, è stato "The Emperor", film americano a luci rosse, che sarà in Italia a fine 2005 o inizio 2006.

Il pornodivo, che in genere non ama farsi vedere troppo in tv, ha voluto parlare di sè e di questo suo momento, subito dopo una trasmissione dedicata all'evoluzione del porno, registrata dal canale satellitare di Sky Planet. "Il mio ultimo film è stato The Emperor. E' un remake di Otto e mezzo di Fellini. Io interpreto il ruolo che fu di Mastroianni. Girarlo è stato una catastrofe, è successo di tutto. Mi sono persino rotto una gamba. Sarà forse il resumè della mia carriera?". Quarant' anni, Rocco ha alle spalle 20 anni di esperienza nel mondo del cinema a luci rosse. E' sposato e ha due figli, Lorenzo e Leonardo, di 8 e 5 anni. Ed è proprio per i suoi due bimbi che pochi mesi fa decise di abbandonare il suo mestiere di attore per dedicarsi ad altri ruoli. Oggi, però, sembra essersi pentito.

A maggio, l'ex pornodivo comincerà a girare, ma solo come regista e produttore, un film esotico ambientato a Città del Messico in uscita a fine anno. "Sarà una scuola da pornostar - spiega - in cui seguirò passo dopo passo una giovane coppia alle prime armi nel porno. Vorrei che fossero un ragazzo e una ragazza italiani. Spiegherò loro tutte le fasi del sesso davanti le telecamere". E aggiunge: "Perchè sono pochi in grado di fare questo lavoro. Il vero professionista è chi non ha un'ideale di donna, chi riesce a lavorare ad ogni ora e in ogni condizione. Il sesso è psicologia".

Siffredi, che nel '96 ha vinto l'Hot D'Or a Cannes come miglior regista esordiente, confessa di "vivere un brutto periodo" da quanto ha smesso di recitare. "Mi sento come un drogato che vuole smettere - dice - sono frustrato fisicamente perchè non ho più i ritmi di prima. Ho persino pensato di consultare un sessuologo. E poi - aggiunge - è difficile motivarmi a lavorare. Cerco me nei miei attori, ma mi devo dimenticare". D'altra parte, la pronografia per Siffredi è stata una vocazione più che un mestiere. Una fantasia che cominciò a coltivare da adolescente. "Lo rifarei. C'e' forse lavoro migliore?" dice.

E' stato lui a cercarlo quando, nei primi anni '80, cominciò a frequentare i club per scambisti di Parigi. "E' stato il momento più bello della mia vita - ricorda - Ero affascinato dalla libertà di fare sesso. C'era tutta l'alta borghesia francese, persone dello spettacolo". Poi si lascia andare e fa qualche nome "Aznavour, Depardieu...". Fu a Parigi che incontrò Gabriel Pontello, che gli aprì le porte dell'hard. Solo nel 1989 uscì, invece, il suo primo film italiano.

Siffredi non manca di essere critico nei confronti dell'hard contemporaneo. E' convinto che oggi, in un mondo diventato estremo, anche il porno sia più estremo. "Si sta andando verso una fisicità gratuita - dice - L'aggressività e la violenza prevalgono sul godimento. Si perde in autenticità e non è una novità che molti miei colleghi usano il viagra". Poi, però, ci tiene a precisare che nel mondo dell'hard contemporaneo non ci sono solo ombre. "Certe tecniche del porno come la camera a mano, assenza di colonne sonore, sono state fonte d'ispirazione per molti registi normali" dichiara convinto Siffredi e racconta di una certa telefonata che Lars von Trier gli avrebbe fatto qualche tempo fa... Telefonata in cui il maestro del Dogma ha ammesso di essersi ispirato a certe tecniche di ripresa dell'hard nella stesura del suo manifesto.