Sul set del film "All'amore assente"
Eva Robin's torna al cinema nel ruolo di una tassista in "All'amore assente" opera seconda di Andrea Adriatico. Una piccola parte "ma incisiva e simbolica", spiega l'attrice impegnata nelle riprese in questi giorni a Tresigallo in provincia di Ferrara. "Sono una tassista", rivela la Robin's, "e come un moderno Caronte traghetto il protagonista attraverso la città e attraverso la stessa storia" in cui è coinvolto.
Senza polemica ma con un pizzico di amarezza, Eva Robin's sottolinea che il cinema si ricorda di lei "solo quando serve un mostriciattolo" ed è, quindi, grata ad Adriatico che l'ha voluta in questa parte. "Ogni tanto succede che qualcuno trovi il coraggio di farmi fare qualcosa di diverso, come Adriatico o come Cinzia Bomoll che ne 'Il segreto di Rahil' mi ha fatto interpretare una suora", dice la Robin's. "Meglio così, non mi va di sgomitare come fanno tutti quelli che lavorano in questo ambiente, in fondo sono pigra e preferisco starmene rintanata nella mia Bologna".
Altri interpreti del film Francesca d'Aloja, Massimo Poggio, Milena Vukotic e il maestro del western all'italiana, Tonino Valerii, alla sua prima vera prova d'attore. Il film racconta la storia di un investigatore che indaga sulla misteriosa scomparsa di un ghost writer. "Io sono praticamente la prima persona che incontra appena arriva in città", spiega la Robin's. "Per lui, ma anche per lo spettatore, sarà una sorpresa: avrò il volto completamente coperto di piercing, sulla bocca, sul naso, al sopracciglio. Mi piacciono i ruoli che comportano una metamorfosi".
Eva Robin's, che ha già lavorato con Adriatico nel mediometraggio "L'auto del silenzio", ci tiene a mettere in evidenza una strana coincidenza: "Allora come adesso ho passato tutto il tempo su una macchina. E pensare che io non guido neanche". Parte comunque da lontano il sodalizio tra l'attrice e il regista. All'inizio degli anni '90 insieme hanno fatto molte cose in teatro. "Fu lui a causare la mia rottura con Mediaset", racconta l'attrice, "all'epoca faceva il giornalista per l'Unità e gli confessai il mio desiderio di chiudere con la trasmissione di Boncompagni 'Prima donna', ero stufa di contare ceci insieme alle casalinghe".
Eva Robin's amerebbe ricevere proposte di un certo spessore. "Mi piacerebbe lavorare con registi come Tornatore, Ozpetek, Pappi Corsicato e all'estero con Ozon o Ang Lee". Del western omoerotico "Brokeback Mountain" dato per favorito agli Oscar e premiato con il Leone d'Oro a Venezia l'attrice dice: "All'inizio parteggiavo per le due mogli, mi facevano troppa pena, però alla fine è impossibile non commuoversi".
Non commenta, invece, "Transamerica", il film incentrato sulla storia di un transessuale che deve riconquistare l'amore di suo figlio. "Non l'ho visto, ma tutto questo parlare di argomenti che toccano tematiche omosessuali in questo periodo mi sembra soltanto una grande manovra commerciale, rientra nella logica dello spremere finché possibile tutto quello che può essere sfruttato economicamente, ma si tratta soltanto di un momento".
Eva Robin's torna sul grande schermo a tre anni di distanza da "Cattive inclinazioni" di Pierfrancesco Campanella e dall'8 aprile sarà di nuovo a teatro diretta da Adriatico nello spettacolo "Il frigo", tratto da un'opera del drammaturgo franco-argentino Copi. "Sul palco sarò sola a interpretare vari personaggi, cinquanta minuti di puro delirio".