FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Iscrizioni scuola, l'apertura anticipata spiazza gli studenti

Solo il 56% dei ragazzi ha già deciso l'indirizzo superiore che frequenterà. La preoccupazione principale è di non riuscire a trovare lavoro una volta finiti gli studi

Iscrizioni scuola, l'apertura anticipata spiazza gli studenti - foto 1
web

7 gennaio, aprono le iscrizioni: si salvi chi può.

Sarà questo il sentimento predominante con cui si sveglieranno, appena finite le feste di Natale, gli studenti che saranno chiamati a fare il grande salto dalle scuole medie alle superiori. Perché la decisione del Miur di anticipare la finestra in cui si dovrà decidere a quale indirizzo (e soprattutto a quale istituto) segnarsi per l'anno 2019/2020 ha spiazzato non poco i ragazzi. Quasi la metà (44%) non ha ancora le idee chiare. È questo il dato saliente della ricerca – effettuata su 4mila studenti di terza media - condotta da Skuola.net in collaborazione con Radio24. Una scelta che, però, è considerata dagli stessi ragazzi davvero importante: per l'89% le scuole superiori sono un passaggio chiave per il lavoro che si andrà a fare da grandi.

Sempre più scuole fanno orientamento, ma non sempre è efficace
Quest'anno ‘indecisione' sembra essere la parola chiave: a metà dicembre si è dichiarato dubbioso il 44% degli studenti. Dodici mesi fa, nello stesso periodo, il dato si fermava al 36%. Nonostante il miglioramento delle attività di orientamento organizzate dalle scuole: quasi 9 studenti su 10 – l'87% - hanno effettivamente partecipato a incontri mirati (nel 2017 erano l'80%). Solo il Sud resta sui numeri dell'anno scorso, ma il dato è comunque buono. Semmai ci sono da affinare i contenuti dell'orientamento, visto che il 22% dei ragazzi non vi ha trovato alcuna utilità e solo per 1 su 3 sono stati decisivi ai fini della scelta. Anche se, poi, appena il 19% seguirà il consiglio. Molto più determinante il parere della famiglia: è così nel 37% dei casi. Mentre il 20% ha fatto tutto da sé, raccogliendo informazioni sul web. Gli open day allestiti dagli istituti? Un'ottima alternativa: il 46% ne ha visitato più di uno, il 24% si è fermato al primo (forse questi ultimi sono andati a colpo sicuro).

Il liceo rimane la strada maestra, al Nord crescono gli istituti tecnici
Ma, alla fine, quali saranno le strade più percorse dai ragazzi di terza? Come prevedibile, 2 studenti su 3 sembrano orientati ad andare al liceo; il 21%, invece, sembra prediligere un istituto tecnico; il 9% un istituto professionale; il 4% un corso regionale di formazione professionale. Una tendenza che si è poi in gran parte confermata negli ultimi anni, con i licei pronti a raccogliere più della metà delle preferenze. Un dato che, però, non è omogeneo su tutto il territorio nazionale. Al Sud, ad esempio, resiste il blasone dell'istruzione liceale (ci vorrebbe andare il 71%). Mentre al Nord salgono le quotazioni degli istituti tecnici, più rivolti al mondo del lavoro: 1 studente su 4 li considera una seria opzione. Una decisione, questa, presa volontariamente e non determinata dal rendimento scolastico alle medie, visto che per il 59% il binomio voti alti - liceo (e voti bassi – istituti tecnici e professionali) è un luogo comune superato; solo il 22% rimane legato a questo teorema.

Il futuro? Idee abbastanza chiare, con l'incognita lavoro
La scelta dell'indirizzo d'approdo, però, è influenzata anche dalle aspettative che i ragazzi ripongono nell'istruzione secondaria superiore. La maggior parte (53%) sostiene di aver già in mente il lavoro che vorrà fare da grande. Ma una quota altrettanto elevata (55%) ha paura di non riuscire a trovarlo alla fine degli studi (sia che in tasca abbia il diploma o la laurea). Così, il 26% degli intervistati si aspetta dal quinquennio che ha davanti proprio che gli lasci aperte più porte possibili (di lavoro o studio); l'11% che il diploma gli dia già gli strumenti giusti per trovare subito un'occupazione. Peccato che, in tantissimi, il loro futuro (lavorativo o universitario) lo vedano fuori dall'Italia: per il 38% è una possibilità, per il 24% praticamente una certezza.

Scuola superiore determinante per il lavoro di domani
Quasi tutti d'accordo, quindi, che la scuola superiore sia importante per il lavoro che si andrà a fare: lo dicono 9 su 10 (per il 55% abbastanza, per il 34% molto). Ma in che modo gli istituti possono diventare alleati dei ragazzi? Per il 28% (che al Nord diventa il 32%) dovrebbero organizzare attività di alternanza scuola-lavoro di qualità (tesi suffragata dal fatto che alla domanda diretta “Ti piacerebbe fare esperienze di lavoro attraverso l'alternanza?”, l'87% risponda in maniera affermativa: il 53% a prescindere dal tipo di tirocinio, il 34% solo in un settore di proprio interesse). Il 12%, invece, preferirebbe più attività pratiche e laboratori durante l'orario scolastico. Il 10% più orientamento post diploma, già dal primo anno delle superiori.

Università passaggio quasi obbligato per realizzare i propri sogni
Ma non mancano i ‘sognatori': 1 studente su 4 – il 25% - ha scelto (o sceglierà) l'indirizzo che rispecchia di più i suoi interessi; mentre più di 1 su 5 – il 21% - si proietta già oltre la maturità e vorrebbe che la scuola lo preparasse alla facoltà universitaria in grado di realizzare i suoi progetti per il futuro. Decisamente più ‘pragmatico' quel 6% che, con il titolo di studio in mano, vorrebbe avere un'ampia rosa di scelte quando si tratterà di iscriversi all'università. Anche loro, comunque, accomunati agli altri dall'idea che la formazione accademica sia ancora fondamentale per trovare lavoro: complessivamente, la pensano così quasi 9 ragazzi su 10 (per il 56% l'università è importante a prescindere dal settore, per il 31% solo se può diventare una spinta in più per il tipo di attività che si andrà a svolgere).