L'Italia è prima in Europa per morti da antibiotico-resistenza
Oltre 10mila i decessi nel nostro Paese su un totale di 33mila in Ue. Come sottolinea lʼIstituto Superiore di Sanità, pur in presenza di un "trend in leggero calo, i valori restano oltre la media europea"
L'Italia è prima in Europa per numero di morti legato all'antibiotico-resistenza.
Nei Paesi dell'Ue, infatti, si verificano ogni anno 33mila decessi per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici e di questi oltre 10mila si registrano nel nostro Paese. Lo dice l'Istituto Superiore di Sanità sottolineando che, pur in presenza di un "trend in leggero calo, i valori restano oltre la media europea".
In Italia, nel 2018, le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli otto patogeni sotto sorveglianza (Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter species), "si mantengono dunque più alte rispetto alla media europea, pur nell'ambito di un trend in calo rispetto agli anni precedenti".
Inoltre, gli oltre 2.000 casi diagnosticati nel 2018 di infezioni nel sangue causate da batteri produttori di carbapenemasi, ovvero di enzimi che distruggono i carbapenemi (una classe di antibiotici ad ampio spettro) evidenziano la larga diffusione del fenomeno nel nostro Paese. I dati arrivano dai programmi di "Sorveglianza Nazionale dell'antibiotico-resistenza" e "Sorveglianza delle Cpe", coordinate entrambe dall'Iss.
"Purtroppo, il nostro Paese detiene il triste primato, nel contesto europeo, della mortalità per antibiotico-resistenza - afferma Annalisa Pantosti, responsabile della Sorveglianza AR-ISS -. Gli ultimi dati disponibili mostrano infatti che i livelli di antibiotico-resistenza e di multi-resistenza delle specie batteriche sotto sorveglianza sono ancora molto alti, nonostante gli sforzi notevoli messi in campo finora. In questo contesto, il Piano Nazionale di Contrasto dell'Antibiotico-Resistenza 2017-2020 rappresenta un'occasione per migliorare e rendere più incisive le attività di contrasto del fenomeno a livello nazionale, regionale e locale".
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