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Viagra, scade il brevetto: è caccia all'affare
Aziende in campo per il farmaco dell'amore

Il business vale 73 milioni di euro. E il prezzo della pillola blu è destinato a scendere

Ap/Lapresse

Ancora pochi mesi e scadrà il brevetto italiano del Viagra. E già scatta la corsa delle aziende del settore per dare l'assalto a un business che fa gola a molti. Il brevetto scadrà a giugno e almeno dieci imprese del settore stanno cercando di approfittare della situazione, entrando in un giro di affari che vale circa 73 milioni di euro. E che potrebbe anche allargarsi. 

Quando scadrà il brevetto infatti anche la pillola dell'amore diventerà un farmaco generico e a questo punto potrà arrivare il Viagra low-cost. Tutti a caccia del principio attivo, dunque, come sottolinea la "Repubblica", a 15 anni dall'ingresso della pasticca blu sul mercato nazionale. Se si apriranno le porte ai generici, il prezzo potrebbe scendere del 30-40%: oggi quattro compresse costano circa 53 euro. Per fare previsioni più affidabili bisogna però aspettare informazioni certe sul numero dei produttori davvero interessati al mercato.

Oggi nel mondo si usa una pastiglia ogni sei secondi e a fine 2011 erano state vendute due miliardi e mezzo di pillole. L'incasso per la Pfizer, il produttore, è stato di circa due miliardi di dollari all'anno e in dieci anni in Italia sono state acquistate 60 milioni di pasticche: 4.300 ogni mille uomini over 40.

Da qualche giorno il prezzo è stato alzato dalla Pfizer, che punta a guadagnare di più negli ultimi mesi di monopolio. Poi, inevitabilmente, il prezzo scenderà. Anche sul mercato clandestino. Un dettaglio non insignificante, visto che il Viagra risulta il farmaco più contraffatto e più diffuso su canali illegali. In questo settore si possono fare soltanto stime, certo, ma appare un fatto pressoché assodato che il mercato clandestino sia doppio di quello legale. Quando i prezzi si abbasseranno, questo secondo canale di diffusione presumibilmente si ridurrà, e i produttori scommettono anche su un aumento dei consumi.

Vincenzo Gentile, ordinario di Urologia a Roma e primario all'Umberto I, dice a "Repubblica" di non credere che, caduto il brevetto, "ci si rivolgerà ai prodotti concorrenti. E poi il Cialis e il Viagra sono diversi". In ogni caso, per avere il farmaco servirà sempre una prescrizione medica. E ancora Gentile sottolinea che l'effetto del Viagra è stato anche quello di sensibilizzare verso i problemi andrologici. Gli uomini oggi si fanno visitare di più "e noi medici abbiamo dovuto vincere la tentazione di cavarcela davanti ai problemi erettili prescrivendo la pillola. Così si rischia di non vedere le disfunzioni reali".