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Cresce l'Aids in Italia

I primi dati ufficiali sullʼinfezione nel nostro Paese: più colpiti i maschi e gli stranieri

Il primo dicembre si celebra la Giornata internazionale di lotta all'Aids. Lo slogan adottato nel 2010 che rimarrà fino al 2015 è "Getting to zero – Arrivare a zero nuove infezioni, zero discriminazioni e zero morti Aids correlate".
Sebbene nel mondo la trasmissione del virus sia in calo non bisogna abbassare la guardia.
Quest'anno, per la prima volta, l'Istituto Superiore di Sanità ha rilasciato i dati su Hiv e Aids in Italia. Sono circa 4 mila nuove infezioni ogni anno (la cifra data è minore ma sottostimata, come afferma lo stesso ISS). L'Italia, dunque, è un Paese con un'incidenza medio-alta.
Nel periodo 1985-2011 sono state segnalate 52.629 nuove diagnosi di infezione da Hiv: il 72% in maschi e il 23% in persone di nazionalità straniera. L'età media alla diagnosi di HIV, calcolata solo tra gli adulti è di 35 anni per i maschi e di 32 per le femmine. Nel 2010 e nel 2011 sono state segnalate, rispettivamente, 3.839 e 3.461 nuove diagnosi di infezione da Hiv.

Trasmissione sessuale
Dalla metà degli anni Ottanta a oggi la distribuzione delle modalità di trasmissione ha subito un notevole cambiamento: la proporzione di consumatori di sostanze stupefacenti per via iniettiva è diminuita dal 76,2% nel 1985 al 4,7% nel 2011, mentre sono aumentati i casi attribuibili a trasmissione sessuale. L'incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV ha visto un picco nel 1987, per poi diminuire rapidamente fino al 1998 e stabilizzarsi successivamente. Dal 2007 l'incidenza mostra una lieve ma costante diminuzione. Questo andamento è stato simile sia tra i maschi che tra le femmine. Per il 14,8% delle persone diagnosticate con una nuova diagnosi di infezione da HIV nel 2011 non è stato possibile stabilire la modalità di trasmissione.

Da madre a figlio
Nel 2011 la modalità di "trasmissione verticale" ossia dalla madre al figlio durante la gravidanza ha contribuito per lo 0,5% del totale dei casi segnalati. La Lega italiana per la lotta all'Aids (Lila) ha così commentato il dato: "La questione maternità coinvolge ovviamente le donne in prima persona. Ben il 3 per cento del totale delle nuove diagnosi da Hiv accade in gravidanza. Un dato che, ancora, può significare scarsa consapevolezza e prevenzione".

Molti stranieri
Nel 2010 l'incidenza delle nuove diagnosi di infezione da HIV era di 23,4 nuovi casi per 100 mila stranieri residenti e di 4,8 nuovi casi per 100 mila italiani residenti mentre nel 2011 era di 21,0 nuovi casi per 100 mila stranieri residenti e 3,9 nuovi casi per 100 mila italiani residenti.
L'incidenza dell'Hiv è distribuita diversamente nel territorio italiano tra gli italiani rispetto agli gli stranieri.
Nel 2011 l'incidenza più alta tra gli stranieri è stata registrata in Valle d'Aosta mentre l'incidenza più alta tra gli italiani è stata registrata nella provincia di Sassari.

Diagnosi tardive
Per la Lega italiana per la lotta all'Aids (Lila) i fattori più significativi emersi dal rapporto sono le diagnosi tardive: "I late presenters, persone che arrivano alla diagnosi di positività all'Hiv inconsapevoli di avere da tempo contratto il virus, sono stati il 54 per cento nel 2010, e il 56,4 per cento nel 2011. Un dato costantemente in aumento".