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Dottor web per un italiano su tre

Cresce il numero di chi cerca informazioni di salute sulla rete, specie sui motori di ricerca. Ma il medico di famiglia è sempre il punto di riferimento principale

Afp

Problemi di salute? Per il 32,4 per cento degli italiani la prima mossa è la ricerca su Internet. Ma l'onnipresenza della rete su pc, smartphone e tablet non scalza il medico di famiglia, primo punto di riferimento. Questi i dati del Censis registrati per il Forum per la Ricerca Biomedica.

Internauti della salute

Tra coloro che digitano sulle tastiere per trovare informazioni, la gran parte - il 90, 4 per cento - effettua ricerche su malattie specifiche. Più della metà cerca medici e strutture a cui rivolgersi mentre supera il 15 per cento chi usa il web come strumento per prenotare visite ed esami. Molti anche gli interessati all'informazione interattiva tramite chat, forum e web communities. Ad acquistare farmaci online solo il 2,8 per cento degli internauti della salute ossia solo 0,9 per cento degli abitanti dello Stivale.

Se sto male chiedo a Google

La principale fonte di informazione online per la salute sono i motori di ricerca come Google, addirittura per il 97,6 per cento. Seconda posizione per i siti specializzati o scientifici, terzo gradino del podio per la sezione salute dei quotidiani online. Alcuni si rivolgono a social network o a siti istituzionali.

Si sa quasi tutto ma poi...

Ma tutta questa informazione si traduce in una buona pratica? Assolutamente no per il 70,2 per cento.
Al massimo, il 17,2 per cento corregge l'alimentazione, smette di fumare, si dedica all'attività fisica, il 15,3 per cento decide di provare nuovi farmaci o prodotti per il benessere e l'8,6 per cento di sottoporsi a un controllo medico.

Occhio alle fonti Se ci si rivolge al dottor web, però, non tutte le fonti sono uguali. L'allarme che arriva dal convegno Cybermedicine, organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo). Viene sottolineato, per esempio, che nella redazione sanità di Wikipedia su trentotto collaboratori ci sono solo tre medici e sette studenti di medicina. Comunque i medici non demonizzano lo strumento in sé.
Maurizio Benato, presidente della Fnomceo spiega: "Prevenire significa oggi guadagnare in salute. In altre parole è diffondere informazioni inerenti alla conservazione dello stato di benessere e alla cura".