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Hiv al tappeto con nuova sostanza

Il composto di sintesi è ispirato a una sostanza naturale rintracciata in una spugna marina

Afp

La sintesi di una sostanza proveniente da una spugna marina potrebbe essere in grado di eliminare l'Hiv dalle cellule infette. Secondo uno studio pubblicato su Cell Host and Microbe degli scienziati dello Scripps Research Institute, condotto in una coltura cellulare, un composto naturale può eliminare virtualmente l'Hiv nelle cellule infette. Il composto potrebbe contribuire a creare una nuova classe di farmaci anti virali contro l'Hiv in grado di reprimere la replicazione virale in cellule malate.

L'Hiv

La pandemia di Hiv continua a colpire 34 milioni di individui in tutto il mondo, compresi 3 milioni di bambini, secondo i dati della World Health Organization (Organizzazione della salute mondiale). L'attuale uso della terapia antiretrovirale può estendere l'aspettativa di vita degli individui sieropositivi e ridurre il carico virale senza, tuttavia, sradicare il virus.

I farmaci attuali non bloccano il virus

Susana Valente, biologa che ha partecipato allo studio, afferma: ”Sappiamo che ci sono delle riserve di Hiv che non verranno mai eliminate dal trattamento corrente e che continuano a rifornire l'infezione. Il composto dello studio in corso elimina virtualmente tutte le replicazioni virali dalle cellule già infette dove si nasconde l'Hiv”.

La ricerca

Il nuovo studio, si concentra sul composto conosciuto come Cortistatin A. Questo prodotto naturale è stato isolato nel 2006 da una spugna marina, Corticium simplex, scoperta più di cento anni fa. Nel 2008, il chimico dello Scripps Research Phil Baran e il suo team sono riusciti a sintetizzare il composto in modo efficiente ed economico.
Nella nuova ricerca, Susana Valente e i suoi colleghi hanno collaborato con il laboratorio di Baran, utilizzando una versione sintetica del composto per studiarne gli effetti su due ceppi di Hiv: l'Hiv-1, forma più comune del virus e l'Hiv 2 concentrato nell'Africa Occidentale in alcune zone dell'Asia.
I risultati hanno mostrato che il composto ha ridotto la produzione virale del 99,7 per cento in un particolare tipo di cellule immunitarie isolate da pazienti senza livelli di virus nel flusso sanguigno e che sono stati sottoposti a terapia con farmaci antiretrovirali per un lungo periodo di tempo.
Quando il composto è stato aggiunto ad altri trattamenti antivirali, ha ridotto del 20 per cento la replicazione virale dalle cellule immunitarie isolate dai pazienti con quantità di virus rintracciate nel flusso sanguigno.
La dottoressa Valente ha detto: “L'inibitore funziona legandosi strettamente a una proteina virale che è un potente attivatore del gene dell'Hiv, prevenendo la replicazione del virus anche a minuscole concentrazioni”.
Un'altra interessante caratteristica di questo composto è che dopo la sottrazione del farmaco dalla coltura cellulare non c'è un ritorno del virus, che torna a palesarsi, invece, con altre sostanze antiretrovirali.
Mentre la maggior parte dei composti antiretrovirali blocca soltanto le nuove infezioni, questo nuovo ritrovato riduce la replicazione virale dalle cellule già infette, limitando potenzialmente la trasmissione da cellula a cellula.
Il nuovo inibitore ha già una struttura simile a un farmaco, è efficace a basse concentrazioni e non è stato associato a tossicità, almeno a livello cellulare.