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A "Popular" Patrizio Fariselli, il mitico tastierista degli Area

Tgcom24 ha incontrato il musicista per parlare del suo lavoro "100 Ghosts"

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Si intitola "100 Ghosts" il nuovo progetto discografico di Patrizio Fariselli, leggendario pianista e tastierista e membro fondatore degli Area. Un lavoro di grande interesse, che parte non solo dall'ambito musicale, ma anche dalle passioni di questo musicista come l'archeologia e l'antropologia, che rappresentano una sorta di "scintilla" che fa nascere il tutto.

Così Fariselli nostro ospite a "Popular" ci parla del suo nuovo lavoro.

"Il disco nasce sempre come il desiderio di fare il punto della situazione - dice Farisellli -, io ho un percorso fluido di ricerca musicale, fatto non solo di dischi e di concerti, ma anche di composizioni, che piano piano si accumulano. Quando sento che è nell'aria una mole di materiale sufficiente, ha origine un progetto che fin dai tempi degli Area, parte da una visione. Con i miei dischi fisso un momento particolare, il disco è quindi un documento, ma anche l'occasione di approfondire tanti stimoli ed idee che sono embrionali".

Com'è stato lavorare a questo progetto?
Mi sono tolto diverse soddisfazioni, dare corpo alle "voci" del passato questi fantasmi cinque pezzi su dieci di "100 Ghosts", sono di musiche del lontano passato, "Song From Ugarit" ad esempio è ricavata da caratteri incisi su terracotta e che risalgono addirittura ad un'epoca pre fenicia, una canzone che Claudia Tellini ha cantato con la pronuncia corretta, non si sa mai qualche Ugaritico avrebbe potuto protestare. Da musicista tendo spesso a sviluppare una sensibilità che mi porta a ricercare a riprendere musiche di origine antichissima.

Come ai tempi degli Area non potevano mancare riferimenti alla cultura greca...
Nella "Danza del Labirinto" una canzone popolare greca che in questo paese conoscono tutti non se ne conosce l'autore, ma risale probabilmente all'inizio del secolo ma la sua origine è molto più antica, veramente arcaica, un labirinto antecedente quello di Creta, che si perde nella "notte dei millenni". Mi sono molto divertito partendo da questi materiali, non ho tentato nessuna ricostruzione filologica nel tentativo di far emozionare chi ascolta; sono melodie che ci appartengono e che sono dentro ad ognuno di noi. Lo scopo della mia ricerca è quello di "rigenerare" le emozioni.

Il tuo percorso musicale è sempre contraddistinto dalla ricerca....
Sono una persona curiosa lo sono sempre stato, sia musicalmente che dal punto di vista dello studio, caratteristica che condividevo con i miei "compagni di viaggio" degli Area. Attualmente le mie letture riguardano non solo l'astronomia e l'astrofisica ma anche l'archeologia e l'antropologia, per questo mi sono imbattuto in musiche e melodie che mi hanno molto stimolato, questo è accaduto con una specie di "immersione totale" anche in questo disco ma anche in altri album precedenti. In "Notturni" pubblicato dieci anni fa, c'era "L'epitaffio di Seikilos"che proposi nel mio tour con Roberto Vecchioni nei teatri greci della Sicilia, fu per me una grande emozione eseguirli in location come quelle, che ebbero il loro massimo fulgore ai tempi dell'antica Grecia.

Hai ripubblicato "Gli Dei Se Ne Vanno Gli Arrabbiati Restano" degli Area un disco "nuovo" di quaranta anni fa...
E' un disco restaurato, gli abbiamo restituito smalto, non perché fosse invecchiato musicalmente, ma soltanto perché quando realizzammo l'album i sistemi di ascolto erano differenti da quelli di oggi. Attualmente il modo di ascoltare è cambiato, curando il remastering di "Gli Dei Se Ne Vanno Gli Arrabbiati Restano", abbiamo trattato il "materiale"con il massimo rispetto per le scelte di allora, realizzando il lavoro allo Studio Z db con Diego ed Andrea Pettinelli, Partendo dalle registrazioni originali abbiamo ridato nuova vita ad un album che "brilla" come quando fu registrato nel 1978.