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Il medico consiglia...la Rinoplastica, armonia tra funzionalità nasale ed estetica del naso

A Tgcom24 Mario Bussi, direttore dell’Unità Otorinolaringoiatria dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario dell’Università Vita-Salute San Raffaele

La Rinoplastica è la chirurgia che consente il rimodellamento o addirittura la ricostruzione del naso nelle sue strutture fondamentali: le ossa e le cartilagini che compongono la sua struttura.

E’ un intervento chirurgico complesso, il cui risultato deve essere l’armonia tra funzionalità nasale ed estetica del naso, in linea con le aspettative del paziente. Spiega il professor Mario Bussi, direttore dell’Otorinolaringoiatria dell’IRCCS Ospedale San Raffaele: “Se si rispettano criteri rigorosi e si comprendono le aspettative dei pazienti, chiarendo in che misura esse possono essere raggiunte, la soddisfazione è straordinaria”.

Cosa significa rimodellare o ricostruire il naso -  L’intervento può avere un obiettivo estetico, e prende il nome dì rinoplastica, oppure - come avviene prevalentemente - un obiettivo estetico e funzionale, che chiamiamo rinosettoplastica, in quanto finalizzato alla concomitante correzione della parete divisoria interna del naso, cioè del setto. È improprio pensare che il naso possa essere corretto mediante la sola eliminazione di un gibbo, oppure con un piccolo ritocco della punta, perché il risultato finale deriva dall’armonia dei vari elementi che costituiscono la piramide nasale.

 

Il dialogo col paziente - "Il chirurgo, prima di proporre al paziente un possibile risultato, analizzerà la situazione, dialogherà col paziente, eseguirà una serie di esami, valuterà uno studio radiografico e fotografico per arrivare, magari dopo ulteriori colloqui, a proporre una simulazione al computer (morphing) del risultato finale - spiega Bussi  - la simulazione nasce da calcoli matematici, dai desideri espressi nei colloqui, ma in definitiva anche dal gusto personale del chirurgo, al quale dunque occorre affidarsi con la giusta fiducia”.

Ultimamente, con la pandemia da Covid-19 e lo smart working, c’è stato incremento di richieste di rinoplastica perché le persone vedendosi al computer hanno preso coscienza di caratteristiche estetiche a loro non gradite. «Il naso è la parte di noi più esposta, è l’impronta di ciò che siamo, dà espressione, eleganza e carattere al viso, ed è per questo che è così frequente la richiesta di volerlo modificare» spiega Bussi

 

L’intervento - La rinoplastica è il più difficile fra gli interventi con obiettivo estetico ed è per questo che è fondamentale rivolgersi a centri seri, con ampia esperienza chirurgica. "La complessità dell’intervento consiste nel fatto che i chirurghi devono smontare il telaio del naso, con procedure complesse, che oggi beneficiano comunque di tecniche e tecnologie totalmente innovative, in rapida evoluzione" conclude l’esperto. L’intervento viene eseguito in anestesia totale e dura circa due ore, può prevedere una piccola incisione cutanea di 4-5 millimetri sotto la punta del naso (con una cicatrice che rapidamente scompare), definendo ciò che chiamiamo approccio aperto o chiuso, e avviene liberando e rimodellando ossa e cartilagini, con l’aiuto dì sistemi ottici 2D e 3D, taglienti piccoli e sottili, o taglienti a ultrasuoni. Esistono procedure dì vera “ristrutturazione” del naso, che va appunto sotto il nome dì rinoplastica strutturale, e procedure che privilegiano la massima conservazione dell’anatomia preesistente, lavorando su selettivi ribassamenti e flessioni del dorso nasale (preservation rhinoplasty); spesso le due modalità si compongono in approcci definiti “ibridi”. Sottolinea il prof. Bussi: “È importante che il chirurgo possa avere conoscenza e dimestichezza con le infinite varianti tecniche oggi esistenti, poiché la personalizzazione del trattamento è un punto essenziale per un risultato ottimale”.

 

Il recupero - Le tecnologie oggi disponibili hanno giovato moltissimo nel ridurre ematomi, edemi ed ogni altro disturbo che un tempo caratterizzava la rinoplastica e la rinosettoplastica. La permanenza in ospedale è di 24 ore, mentre la convalescenza a casa è dì un paio di settimane, con medicazioni ambulatoriali ogni 3-5 giorni. “Ci tengo a sottolineare che l’intervento che si fa oggi non è doloroso e questo è un aspetto forse poco noto ma importante da conoscere. Personalmente non impiego tamponi, e questo non solo evita il dolore, ma limita gonfiore ed eventuali ematomi, che comunque sono inevitabili nei primissimi giorni dopo l’intervento” aggiunge Bussi.

 

Il naso può fare il suo “esordio in società” dopo 15 giorni. Un poco dì gonfiore residuo potrà richiedere un tempo ulteriore per risolversi, ma abitualmente il nuovo naso dopo due settimane ha una giusta naturalezza. Limitazioni dopo una rinoplastica? Evitare l’esposizione al sole per circa tre mesi, evitare attività sportiva faticosa per uno/due mesi, evitare l’uso di occhiali per qualche mese, oppure selezionare col chirurgo occhiali con montatura leggera e idonea a non alterare l’estetica del profilo.

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