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Ci manca solo lo spin doctor per Marino

TELBESTIARIO di Francesco Specchia

Specchia Francesco
ufficio-stampa

"Spin doctor" significa "specialista del colpo ad effetto". E, in effetti, fa un effetto terrificante constatare che in tutto il casino di nefandezze e delitti della "Mafia Capitale" oggi sulla bocca dei talk e di tigì, la principale occupazione del Pd sia, come rivela il Corriere della sera, in questo momento, quella di trovare al sindaco Ignazio Marino un spin doctor che gli restauri l'immagine. Che è un po' come se a Hiroshima, allo sgancio della bomba, ci si preoccupasse delle grondaie.

"Bisogna rifargli il look, magari a cominciare dalla barba...", sussurrano i consiglieri del sindaco, come quando Rockfeller arruolò il pubblicitario Poison Ivy Lee per salvarsi dall'accusa di omicidio plurimo. Ma il problema di Marino non è la barba, è tutto il resto. Il sindaco di Roma ha una predisposizione psicologica, intima, a modificare la realtà. Tutta la realtà circostante per lui è materia plotiniana: un inanellarsi di promesse spezzate e piccole grandi bugie.

L'ultima l'altro giorno: dopo aver promesso al prefetto di "non usare più la bici" per non incasinare la scorta, rieccolo, allegro, sulle due ruote pronto a cazzeggiare coi cronisti, "la mia scorta siete voi!". Prima ancora la storia di Buzzi, lo "sconosciuto" che gli pagò in parte la campagna elettorale; e, prima ancora ancora, la vicenda della Panda rossa in endemico divieto di sosta.

E prima prima prima ancora la faccenda delle note spese doppie con dimissioni dall'università di di Pittsburgh. Menzogne allo stato brado, puttanate elevate a refolo letterario spesso anche inutili. Per qualsiasi visagista d'immagine pubblica l'impresa di ristrutturare la reputazione di Marino, a questo punto, sarebbe eroica. Forse è per questo che, dopo il 'no grazie» di Filippo Sensi e di Alessia Rotta, il Pd starebbe sulle tracce di un guru "'esterno", tipo David Axelrod ex di Obama assunto da Monti. Anche se con Monti, però, non andò benissimo...