PROMESSE DA BURATTINO

Il Governo tecnico-Pinocchio

Il meglio di sé il governo Monti lo dà nella mendacia. Prendete l’Iva. Pur di non aumentarla i tecnici ci hanno super tartassato per un anno intero. Lo facciamo per non aumentare l’IVA, ripetevano come un mantra Monti e co, ma poi è stata aumentata alla ripresa autunnale

16 Ott 2012 - 14:45
 © LaPresse

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Il governo Monti è un governo tecnico, ma c’è qualche altro aggettivo che lo possa connotare?Per esempio: è un governo tecnico-salvifico (perché – sostiene il premier- senza di noi l’Italia sarebbe andata a fondo); oppure si potrebbe definire tecnico-ragionieristico (non dovendo cioè rispondere ad un elettorato, tot entra in cassa e tot ne deve uscire. Anzi meglio se ne esce un po’ meno); o ancora un governo piro-tecnico (perché certe sue trovate sono degne di Fuorigrotta, come la retroattività del taglio di deduzioni e detrazioni contenute nella denuncia dei redditi 2012, ovvero relativa a quanto percepito nel 2011).

Tuttavia il meglio di sé il governo Monti lo dà nella mendacia: potremmo definirlo un governo tecnico-Pinocchio (l’eufemismo è d’obbligo: in fondo è il governo più amato dai non-italiani: dal FMI, dalla Federal Reserve e da tutta l’allegra brigata eurocratica).
Prendete l’Iva. Pur di non aumentarla i tecnici ci hanno super tartassato per un anno intero: dall’IMU alle accise sulla benzina, dalla stangata delle addizionali Irpef, a tutti i “blocchi” sopportati con infinita pazienza dagli statali alla discutibile riforma del lavoro (previdenzialmente devastante). Lo facciamo per non aumentare l’IVA, ripetevano come un mantra Monti e co. Infatti l’iva è stata aumentata alla ripresa autunnale.

Il governo tecnico però, è straordinario nel far apparire e scomparire i finanziamenti mirati allo sviluppo. Come in un gioco di prestigio ogni tre o quattro consigli dei ministri appaiono pacchetti di migliaia di miliardi destinati agli investimenti che poi, regolarmente, non si sa più che fine abbiano fatto: spariscono semplicemente nel nulla. Il ministro Passera rivendica appassionatamente la paternità di questi impegni finanziari, ma non dice una parola quando nel Consiglio dei ministri successivo qualcuno glieli sfila da sotto il naso (il decreto sviluppo approvato un paio di settimane fa, non si sa dove sia finito….)

Peraltro Passera vede la ripresa dietro l’angolo e il ministro del tesoro Grilli no. Due visioni opposte ma almeno coerenti. Passera e Grilli dicono sempre la stessa cosa. Al contrario di Monti. A seconda della platea che lo ospita la ripresa può arrivare oppure no. Dagli industriali dice di sì. Ai sindacati dice di no. In Europa è super-extra-ottimista (abbiamo il bilancio più solido e invidiabile di eurolandia) , torna a casa e, tanto per cambiare, stanga di tasse e balzelli indiscriminatamente tutti (scusi Presidente, ma non aveva giurato che i nostri conti erano in ordine e al sicuro, opperché ci bastona ancora?) . E su questo Monti è davvero equanime. Il suo prossimo colpo in canna centrerà, indovinate un po’, ancora la casa. Verrà riformato il catasto e – nessuna illusione - pagheremo tutti di più.

Questo quadro, ovviamente, comporta un’ovvia domanda: cui prodest? Qui il loquacissimo Monti, il premier da almeno un’intervista e un’esternazione al giorno (al confronto del quale Berlusconi sembra un timido e riservato signore), riesce nell’impresa titanica di tacere. Parlano in compenso tutta una serie di atti diretti o indiretti: come il veto della Corte Costituzionale di imporre il contributo di solidarietà a magistrati e gran commis dello stato (un ammanco improvviso senza copertura!); l’irrisolto nodo degli esodati (la Fornero ne ha sistemati 135 mila, ma se fossero 300 mila come sostiene la Camusso, dove trovare i fondi aggiuntivi?); e quel pasticciaccio brutto dei tagli IRPEF che rischia di costare più di quanto previsto…

Il governo tecnico-Pinocchio, poi ha una spina nel fianco che duole assai e della quale non sa come liberarsi: le promesse fatte agli industriali e finite nel dimenticatoio. Ricordate i famosi crediti d’impresa? Le aziende fornitrici di materiale e servizi allo stato, vengono pagate – quando vengono pagate - con enormi ritardi. Cambieremo tutto, promise il Presidente del Consiglio. Infatti. In cantiere c’è un’altra straordinaria leggina che impedirà agli esasperati creditori di usare contro lo stato e affini l’istituto del pignoramento. Alcuni giorni fa un laconico imprenditore invitato in tv, riassumeva così la grande contraddizione non sanata del governo-Pinocchio: “A noi chiedono di pagare le tasse anticipatamente, loro ci rimborsano i crediti tre anni dopo”. O forse mai più, temiamo noi.

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