Il falso allarme di agosto

Il falso allarme di agosto

Acquisti Italiani è la rubrica di approfondimento sull’andamento degli acquisti, le tendenze di consumo e il consumatore, curata da Francesco Pallavicino, Responsabile Marketing di CartaSi. Le informazioni sono tratte dalle analisi dell’Osservatorio Acquisti CartaSi, che rileva gli acquisti degli italiani con carta di credito (www.osservatorioacquisti.cartasi.it)

11 Ott 2012 - 10:30
 © Tgcom24

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Ci si aspettava un agosto caldo per spread e fiducia e invece la temperatura si è alzata solo nei termometri. Sta di fatto che il clima, in senso proprio e figurato, è rimasto sereno e ha volto in positivo anche le spese. Il +3,8% degli acquisti ad agosto si confronta infatti con una media annua di +2,7%. Nel segno della crescita ha finalmente giocato anche l’effetto calendario, che ad agosto ha contribuito per uno 0,8% in più rispetto ad agosto di un anno fa.

Finito l’effetto depressivo dei saldi gli acquisti si ritrovano ad espandersi, senza dunque eccessi negativi, ma apparentemente privi di settori merceologici in grossa espansione. Eppure, dopo i primi segnali di luglio, in agosto l’ecommerce è tornato a gonfiare le vele, con un +16,8% che non si vedeva dai tempi di marzo, mostrandosi sempre meno un alveo limitato a tre o quattro voci tipiche, ma trovando grossi contributi anche nella forte espansione di comparti minori (almeno per l’online) come abbigliamento e alimentari. Per questi ultimi, un canale che vedeva una scarsa concorrenza fra retailers, vede oggi come realtà emergente la presenza dell’industria monoprodotto e monomarca che proprio grazie all’ecommerce ha trovato una via di sbocco di successo.

Nel mese di picco delle spese per turismo, quello che era uno dei settori decisamente trainanti fino a qualche mese fa, si presenta un po’ appannato: le crescite del +8-9% di qualche mese fa si riducono al +2,5% di luglio e al +4,5% di agosto. Ciò è dovuto al rallentamento di alcune voci specifiche: l’ospitalità (Ristoranti, Alberghi) e i viaggi su strada (Carburanti, pedaggi, noleggi), mentre tengono linee aeree e pacchetti turistici. Per i viaggi, se si scontano i forti rincari dei prezzi si tratta perciò di variazioni reali negative.

L’altra novità dell’estate 2012, rispetto ad anni recenti (anche nel periodo di crisi), è il ritorno a spendere nel nostro paese: crescono cioè le spese effettuate in Italia e calano quelle all’estero. Anche il settore turistico ha incominciato dunque a risentire della crisi dei consumi. La reazione degli acquirenti alla compressione dei redditi e alla crescita dei prezzi ha in parte spostato la domanda dall’estero all’Italia e dai viaggi su strada verso i pacchetti e le linee aeree. Alberghi e ristoranti accusano il colpo, nonostante un vantaggio nella bilancia con l’estero. La ricomposizione dei flussi turistici dall’estero verso l’Italia e la limitata mobilità dovuta ai prezzi record dei carburanti sembra aver indotto a forme turistiche più “casalinghe”. Che siano destinati alla prima o alla seconda casa, se ne giovano ad esempio gli approvvigionamenti alimentari, che ad agosto segnano un +4,8% per la distribuzione moderna e un tondo +10% per specialisti e distribuzione tradizionale. In fondo quando il bicchiere è mezzo vuoto, è sempre anche mezzo pieno…

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