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Emergenza terremoto-maltempo, Gentiloni: fatto tutto il possibile

Il premier annuncia che in bilancio ci sono 4 miliardi e ricorda lʼeccezionalità della situazione e la concatenazione di eventi naturali senza precedenti. E aggiunge: un decreto la prossima settimana

"Credo sia stato messo in atto ogni sforzo possibile dal punto di vista umano, organizzativo, tecnico per cercare di salvare i dispersi".

"Lo Stato ha mobilitato tutte le sue energie" dopo le scosse di terremoto e le nevicate che hanno provocato morti e disagi in Abruzzo. Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni al Senato. Nei soccorsi post-terremoto, in Abruzzo, "il primo obiettivo è stato raggiungere le frazioni isolate", ha aggiunto.

Quattro miliardi a bilancio - "Le risorse ci sono - ha precisato il presidente del Consiglio -: quattro miliardi nella legge di bilancio. E altri ci saranno, come ho anticipato personalmente al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker". Il premier ha assicurato che "la settimana prossima" sarà varato un decreto spiegando: "Nessuno immagini che ci sia un ritorno all'indietro. Sarà un passo avanti e molto mirato nei suoi obiettivi".

"Eventi naturali senza precedenti" - "La valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano - ha ripreso - è giunta al culmine di una concatenazione di fenomeni naturali senza precedenti. Una nevicata così non si verificava da decenni e poi c'è stata la coincidenza micidiale con le scosse di terremoto".

Gentiloni ha quindi ricordato come il "primo avviso della Protezione civile di domenica 15 gennaio avesse preannunciato una nevicata di intensità eccezionale fra il 16 e il 19 gennaio", che poi ha portato ad avere "oltre due metri di neve accumulati in pochi giorni", causando "conseguenze gravi su viabilità e rete elettrica".

Una situazione "critica" a cui si sono aggiunte le scosse di terremoto e così "alcune ore dopo, un'enorme slavina si è abbattuta sull'hotel. Ogni sforzo possibile - ha inoltre sottolineato - è stato messo in atto per raggiungere l'albergo colpito da slavina: all'inizio le operazioni sono state ritardate in modo drammatico dall'impossibilità di usare alcuni mezzi e dal rischio slavina. Il luogo è stato raggiunto - alle 4.30 del mattino e da allora credo sia stato messo in atto ogni sforzo possibile. Abbiamo raggiunto il posto con le pelli di foca, abbiamo lavorato i giorni seguenti con sonde a vapore e gli strumenti più tecnologicamente avanzati".