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Referendum, Bersani: "Nessun risentimento nel mio votare No"

"Se faccio quel che faccio è perché penso che stiamo tirando la volata a una nuova destra nascente", spiega lʼex segretario del Pd

"Io al referendum voto No, ma non c'è risentimento".

Lo dice Pier Luigi Bersani, aggiungendo: "Riconosco che Renzi è il nostro segretario. Gli chiedo solo di tenere conto della mucca in corridoio, perché c'è un pezzo della nostra storia che, Bersani o non Bersani nel Pd, non ci si riconosce. E anch'io non posso accettarlo, in nome della lealtà e del senso di quella storia. Il No è dell'Anpi, della Cgil, non possiamo lasciarlo alla destra".

"Nessuno mi porta via da Pd" - "Se lascio il Pd se vince il Sì? Ma no, a me dal Pd non mi porta via nessuno", spiega Bersani a Repubblica Tv. "Forse che tutti i democristiani o i comunisti votarono a favore delle Repubblica? Ma il giorno dopo erano democristiani e comunisti. I referendum sono fatti così".

"Per me la ditta è l'Ulivo" - "La ditta per me è l'Ulivo - aggiunge - . Se faccio quel che faccio è perché penso che stiamo tirando la volata a una nuova destra nascente. Con l'Italicum stiamo preparando la cuccia a una cosa che arriva e che non saremo noi. Non mi si dia del traditore a me perché li sbrano".

"Apprezzo generosità Cuperlo ma non sono ottimista" - "Apprezzo la generosità di Cuperlo. L'ho incoraggiato anch'io, non ci mettiamo a far l'Aventino". "C'è stato un anno di tempo per modificare la legge elettorale - spiega per persone svelte era sufficiente. Se si vuol fare la si fa. Se no si può traccheggiare. Se non si è fatto fino ad ora, io non sono ottimista".