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Tav, contro-dossier della Lega: lo stop costerebbe 24 miliardi, più che ultimare l'opera

Lo studio commissionato da Salvini smentisce il M5s: "Lʼanalisi costi-benefici di Toninelli prevede spese inesistenti". Immediata la replica: "I conti stimati dalla Lega non corrispondono a quelli effettivi"

Tav, contro-dossier della Lega: lo stop costerebbe 24 miliardi, più che ultimare l'opera - foto 1
ipa

"Sospendere la Tav costa più che ultimarla": è quanto emerge dal contro-dossier della Lega che segna un altro strappo con il M5s.

Per il vicepremier Matteo Salvini, l'analisi costi-benefici dei tecnici del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli "ipotizza spese che non esistono". Fermare l'opera, secondo la relazione del Carroccio, arriverebbe a costare all'Italia 24 miliardi di euro (tra mancati introiti e fondi da restituire).

Secondo lo studio commissionato da Salvini e pubblicato da La Stampa, la Torino-Lione non costerebbe 20 miliardi di euro come ipotizzato da Toninelli. Il tunnel vale 8,6 miliardi, l'intera realizzazione non più di 14 miliardi, di cui 4,6 a carico dell'Italia. Il documento del Carroccio fa sue le cifre fornite dall'ex commissario di governo Paolo Foietta, che Toninelli non ha mai voluto ricevere.

Il conto finale di un no alla Tav, secondo le stime del CERTet della Bocconi ipotizzate nel 2014, sarebbe di 20,3 miliardi. Tale somma riguarda i mancati benefici socio-economici dovuti al blocco temporaneo o definitivo dei cantieri. La stima tiene conto delle prospettive di crescita degli scambi tra l'Italia e l'ovest europeo.

Ma ai 20,3 miliardi vanno sommati altri 2,9 miliardi (che potrebbero arrivare fino a 4,2 miliardi) relativi agli effetti negativi immediati. Ci sono, ad esempio, i fondi da restituire a Francia ed Europa per i 65 chilometri di sondaggi e i 25 chilometri di galleria già scavati (900 milioni); i costi per mettere in sicurezza le aree di cantiere (280 milioni circa più altri 100 per la sorveglianza da parte delle forze dell'ordine); i contratti da rescindere (tra i 135 e i 675 milioni).

Immediata la replica di Toninelli, secondo il quale "i conti che ha fatto Salvini non corrispondono a quelli effettivi". "Anche Salvini, con cui ho un ottimo rapporto, vedrà l'analisi costi-benefici" sulla Tav, "sederemo ad un tavolo e prenderemo una decisione nel rispetto del contratto di governo", ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a Mattino 5.

"Mi sono rotto le scatole di sentirmi dire che io e il Movimento blocchiamo i cantieri. Non abbiamo bloccato alcun cantiere, l'unico che stiamo sottoponendo, perché siamo persone per bene, ad una analisi costi-benefici è la Tav", ha aggiunto. "La stiamo valutando", per vedere se "fa bene o no agli italiani, perché a me non importa nulla che faccia bene ad una o due imprese o a qualche gruppo politico che da queste imprese riceve magari qualche aiutino di natura economica".

A dar man forte a Toninelli sono anche fonti del ministero delle Infrastrutture, secondo cui i numeri del contro-dossier leghista "appaiono identici a quelli già più volte fatti trapelare agli organi di informazione nei mesi scorsi dalla società incaricata della realizzazione dell'opera. Una minestra riscaldata che per di più mostra ampi aspetti di dubbia attendibilità" con "grossolani errori" come sul costo del tunnel di base.