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Renzi: non voglio che per il disastro Mps paghino i cittadini

"Certe scelte sono state un suicidio, voluto da una politica impicciona e incapace sia a livello territoriale che nazionale"

"Le responsabilità di una parte politica della sinistra, romana e senese, sono enormi" su Mps e "io non voglio che per le responsabilità dei politici del passato, e dei banchieri del passato, paghino i cittadini di oggi".

A dirlo, in un'intervista a Repubblica, è il premier, Matteo Renzi. Che sottolinea come "da Banca121 in poi certe scelte sono state un suicidio, voluto da una politica impicciona e incapace sia a livello territoriale che nazionale".

"Noi come Governo - spiega quindi Renzi - abbiamo messo le mani in una situazione difficilissima con un obiettivo chiaro: via la politica dalle banche. Via i meccanismi allucinanti delle popolari dove qualcuno faceva campagna elettorale per il rinnovo dei Cda attraverso la concessione di credito". E sottolinea che "per farlo la riforma delle popolari del gennaio 2015 segna una svolta storica in Italia. Mi piacerebbe che ci fosse più onestà intellettuale nel riconoscerlo".

Tornando nello specifico a Mps, il premier rivendica il fatto che il governo si è mosso "per dare una risposta tempestiva: la proposta di Atlante ripulisce finalmente e per sempre la questione crediti deteriorati. Insomma, grazie all'intervento di Atlante c'è una soluzione di sistema, definitiva".

Infine spiega che "con Padoan abbiamo agito all'unisono, incoraggiando una soluzione di mercato. La BCE e il Cda del Monte dei Paschi di Siena hanno fatto poi la scelta che hanno ritenuto più solida".