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Dl Genova è legge, Senato approva: 167 sì, 49 no | De Falco esce e non vota

Toninelli alza il pugno quando passa la legge e viene richiamato dal presidente Casellati

Dl Genova è legge, Senato approva: 167 sì, 49 no | De Falco esce e non vota - foto 1
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A tre mesi dal crollo del ponte Morandi, è legge il decreto su Genova e altre emergenze.

Il testo è stato approvato dal Senato con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni. Il provvedimento era passato alla Camera il primo novembre, dopo una seduta notturna. Proteste in Aula contro Toninelli che prima si distrae col cellulare e poi esulta a pugno alzato al momento del voto. Il ministro ripreso dal presidente Casellati.

De Falco fuori dall'Aula non vota (ma voleva votare) - E' giallo sul senatore M5s Gregorio de Falco che non era in Aula quando il dl Genova è andato in votazione. Il senatore, intercettato fuori dall'Aula, ha mostrato sorpresa alla notizia dell'avvenuta votazione: "Hanno votato? Ma la seduta non era sospesa?" ha affermato correndo verso l'Aula. Ma secondo altre agenzie sarebbe stata un'uscita volontaria. "C'erano cose che condividevo e altre che non condividevo, per questo ho scelto di astenermi", ha detto ai giornalisti di Lapresse che lo hanno sentito durante la sua uscita dall'Aula. Subito dopo il voto, però, ha dichiarato: "E' vero non ho fatto in tempo a votare: ma tutto sommato meglio così. Evidentemente era destino, il fato...".

Dieci senatori M5s non prendono parte al voto - Sono 10 i senatori M5s che non hanno preso parte alla votazione del dl Genova al Senato. Sono Vittoria Deledda Bogo, Alfonso Ciampolillo, Saverio De Bonis, Gregorio De Falco, Luigi Di Marzio, Elena Fattori, Michele Giarrusso, Cinzia Leone, Paola Nugnes e Mario Turco.

Toninelli col pugno alzato fa arrabbiare l'opposizione - "Il mio intervento è solo per portare il ringraziamento a tutti i deputati per aver lavorato giorno e notte in queste settimane su un provvedimento che stanzia 300 milioni di euro per Genova e i genovesi, e chi oggi ha gioito l'ha fatto per i cittadini di Genova e per le 266 famiglie che hanno perso casa e che da domani avranno soldi stanziati per comprare finalmente una nuova abitazione". Lo ha detto il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli per spiegare il gesto di esultanza, un pugno alzato, al termine del voto sul decreto Genova e che ha fatto infuriare una parte dell'opposizione.

Bagarre in Aula, Casellati riprende anche il ministro - "Non ho la possibilità da qui di vedere i banchi del governo, ma mi dicono che il ministro Toninelli abbia tenuto degli atteggiamenti poco commendevoli. Devo necessariamente riprendere alcuni atteggiamenti che non possono essere ripresi in questa aula. Inviterei tutti a mantenere atteggiamenti corretti per le istituzioni, non è permesso a nessuno di avere atteggiamento poco rispettosi della dignita' di quest'aula". Lo ha detto il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati durante la bagarre scatenatasi in aula dopo il voto sul dl Genova e l'esultanza mostrata dal ministro Danilo Toninelli. Una confusione che aveva portato in precedenza la Casellati a sospendere momentaneamente la seduta.

Toninelli sgridato anche per il cellulare - "Se il ministro non è interessato ad ascoltare le dichiarazioni di voto non possiamo fare nulla. Ministro, la pregherei di dare attenzione alle dichiarazioni di voto perché mi dicono che lei è sempre al telefono". Così era intervenuto il presidente del Senato Elisabetta Casellati durante le dichiarazioni di voto in corso in aula a palazzo madama sul dl Genova.