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Ruby,"premier abusò del suo ruolo"

L'intervento di Silvio Berlusconi nei confronti dei funzionari della questura di Milano per chiedere il rilascio della 17enne Ruby "è stato compiuto con abuso della qualità di presidente del Consiglio" e "al di fuori di qualsivoglia prerogativa istituzionale e funzionale propria del presidente del Consiglio".

Lo scrive il gip di Milano, Cristina Di Censo, nel decreto con il quale ha disposto il giudizio immediato per il premier.

Berlusconi, si legge, "agì al di fuori di qualsiasi prerogativa istituzionale e funzionale propria del presidente del Consiglio, al quale nessuna competenza spetta in materia di identificazione e affidamento dei minori e che, più in generale, non dispone di poteri di intervento gerarchico nei confronti dell'autorità della polizia di Stato ovvero della polizia giudiziaria, impegnata nell'espletamento di compititi d'istituto". Nel fascicolo il gip parla di "indebito intervento nei confronti del Capo di Gabinetto della questura di Milano, Piero Ostuni, e suo tramite di ulteriori funzionari della questura".

Tra le fonti di prova elencate nel provvedimento del gip c'è anche "la disponibilità di ingenti somme di denaro da parte di Ruby". Inoltre, nel decreto viene citata l'analisi effettuata dagli investigatori sulle celle telefoniche che ha accertato le "presenze ad Arcore di Ruby dal 14 febbraio 2010 al 2 maggio 2010". Il giudice segnala ancora "i rapporti tra Lele Mora ed Emilio Fede per l'organizzazione delle serate, testimoniate da conversazioni telefoniche" avvenute tra il 10 agosto e il 24 ottobre dello scorso anno. Nel provvedimento si parla anche degli appartamenti del residence in via Olgettina nella disponibilità di alcune ragazze ospiti ad Arcore e di somme di denaro elargite alle stesse ragazze "per il tramite di Giuseppe Spinelli, fiduciario di Silvio Berlusconi".

"Indagini difensive non efficaci contro accuse"
Secondo il gip, i "contenuti delle investigazioni difensive" dei legali di Silvio Berlusconi non sono sufficienti a contrastare l'evidenza delle prove raccolte dai pm milanesi. "Le molteplici fonti di prova acquisite, di natura dichiarativa, documentale" - a cui si aggiungono le intercettazioni -, "convergono nel senso della ricostruzione" dei fatti prospettata dall'accusa. Questi esiti probatori, secondo il gip, non sono "efficacemente contrastati dai contenuti delle investigazioni difensive, che in più punti stridono in termini netti" con le prove raccolte dai pm.

Anche la presenza di Iris ad Arcore tra le prove
Nel decreto del gip viene citata tra le fonti di prova a carico del premier anche la presenza della brasiliana Iris Berardi ad Arcore il 13 dicembre del 2009, quando la giovane era ancora minorenne. La Berardi, stando agli accertamenti degli investigatori, sarebbe stata anche nella residenza sarda del premier a Villa Certosa nel novembre dello stesso anno. Gli inquirenti stanno ancora effettuando verifiche e cercando riscontri sulle presenze della giovane brasiliana nelle ville del premier, quando non aveva ancora compiuto i 18 anni.