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Ruby, Berlusconi non andrà da pm

Con una breve comunicazione via fax i difensori di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno fatto sapere al procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, che il premier non si presenterà sabato all'interrogatorio.

La data era stata fissata con un invito a comparire con le accuse di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. I difensori spiegano di ritenere la procura di Milano non competente ad indagare.

Berlusconi: "Vaticano non si riferisce a noi"
Il premier durante il Consiglio dei ministri, secondo quanto riporta l'agenzia Ansa, ha commentato la presa di posizione della Chiesa sulla necessità di maggiore moralità e legalità contenuta nelle dichiarazioni del cardinal Tarcisio Bertone. Si tratta di dichiarazioni generiche, non riferibili direttamente a noi. E quelle dei giornali sono forzature che non corrispondono al vero, avrebbe detto Silvio Berlusconi ribadendo l'intenzione di voler andare avanti con il governo, rassicurando i presenti sulle conseguenze che l'intera vicenda Ruby sull'esecutivo.

Nel corso della riunione con i ministri, riferiscono le stesse fonti, Berlusconi ha fatto capire di essere stato in qualche modo rassicurato sul fatto che le parole di Bertone non erano riferibili a lui. Un accenno che i presenti hanno interpretato come se le rassicurazioni fossero venute da ambienti vaticani. Del resto, lo stesso Berlusconi, come fanno sapere parlamentari della maggioranza, ha ripetuto in queste ore il medesimo ragionamento, sostenendo appunto che le parole pronunciate dal segretario di Stato Vaticano non erano direttamente riferibili a lui.

Bossi: "Berlusconi si riposi, ci pensiamo noi"
"Un consiglio a Berlusconi? Di andare un pò a riposare da qualche parte. Qui ci pensiamo noi della Lega". Parola di Umberto Bossi, che poi ha esluso nuovamente l'ipotesi di dimissioni del premier. "Si sa bene che quella cosa lì non la fa - ha spiegato riferendosi proprio alle dimissioni -. E' inutile chiedere cose che non servono a niente'' "Berlusconi è stato praticamente circondato, tenuto sotto pressione, controllato da tutte le parti. E' facile in questo caso trovare delle cose", ha osservato il Senatur secondo il quale, tuttavia "in un Paese normale queste cose non avvengono".