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Caso Ruby, "premier non è sereno"

"La nostra prima richiesta è che il presidente del Consiglio si rechi in Procura e smonti pezzo per pezzo il fatto che si tratti di una persecuzione.

Se ha chiarito chiederemo tutti scusa, altrimenti bisogna prenderne atto. La seconda è l'incompatibilità con la carica di premier perché ha rotto la leale collaborazione e il rispetto tra i poteri": lo ha detto Italo Bocchino (Fli) aggiungendo che "Berlusconi è visibilmente un uomo non sereno".

''Berlusconi era somaticamente un uomo non sereno che non si poteva concentrare sul suo ruolo di governo. Una persona estremamente incattivita che cerca lo scontro istituzionale per difendere se stesso'', ha detto riferendosi al videomessaggio diffuso dal premier. ''E' il copione dello scontro'', ha poi aggiunto. ''L'inchiesta è partita da Berlusconi. Se Berlusconi si fosse fatto i fatti suoi tutto questo non sarebbe successo''.

"Il governo è paralizzato e nessuno se ne occupa". Il capogruppo Fli, Italo Bocchino, rinnova quindi la richiesta di dimissioni del premier, Silvio Berlusconi, da parte del Terzo polo. "E' giusto - dice il braccio destro di Fini - che Berlusconi indichi un nome a Napolitano che sia espressione della maggioranza e il Polo della Nazione mette a disposizione i propri voti per un governo di interesse nazionale. Altrimenti si vada al voto".

Anm: "Attacchi del premier mettono a rischio indipendenza pm"
Le accuse del presidente del Consiglio ai pm di Milano che lo hanno messo sotto inchiesta "rischiano di mettere seriamente in discussione l'autonomia e l'indipendenza della magistratura". Così il presidente dell'Anm, Luca Palamara, torna a parlare di "attacchi inaccettabili". "Non vogliamo essere trascinati su un terreno che non ci appartiene, quello dello scontro e della contrapposizione politica, ma - ribadisce - difendere la serenità dei colleghi che stanno conducendo le indagini", dice Palamara. Sono "magistrati che fanno ciò che la Costituzione impone loro: applicare la legge nel rispetto dei principi dell'obbligatorietà dell'azione penale e della presunzione di non colpevolezza".

Vietti al premier: "Nessuna punizione, sulle toghe valuta il Csm"
Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, replica al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ieri aveva minacciato "punizioni" per i pm di Milano e sottolinea che la competenza a valutare il comportamento delle toghe per Costituzione spetta soltanto al Consiglio Superiore della Magistratura. "In relazione alle affermazioni del presidente del Consiglio" si legge in una nota, Vietti sottolinea che "i processi sommari non si fanno e non si invocano. Nel nostro ordinamento non sono previste 'punizioni' per i magistrati. La competenza a valutare la correttezza dei comportamenti dei magistrati è attribuita dalla Costituzione al Consiglio Superiore della Magistratura secondo le procedure stabilite dalla legge".