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Brancher ribadisce:"Non mi dimetto"

"Ribadisco il mio parere assolutamente fermo contro la richiesta di dimissioni".

Lo ha detto il ministro Aldo Brancher, prima di tornare sulla decisione di presentarsi in tribunale il 5 luglio al processo Antonveneta-Bpi, dov'è imputato per appropriazione indebita. "Era una cosa già fissata - ha detto -, avevo dato la mia disponibilità. Ora devo lavorare per affrontare l'udienza e questo mi impedisce di fare dell'altro, vedrò come organizzarmi".

Brancher è poi intervenuto sulla questione legata alle deleghe del suo ministero senza portafoglio. Il neo-ministro ha spiegato che non intende rendere nota la lista delle deleghe. "Questa è un'abitudine che appartiene al metodo, fa parte delle competenze della presidenza del Consiglio - ha aggiunto -. Le deleghe diventano ufficiali e definitive quando vengono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. E allora guardiamo quando sono sulla Gazzetta Ufficiale: non sono certo io che devo pubblicare questa cosa".

Calderoli: "Bossi sapeva tutto"
L'ipotesi che il leader della Lega, Umberto Bossi, fosse all'oscuro della nomina a ministro, con delega al federalismo, di Aldo Brancher è stata smentita dal ministro leghista Roberto Calderoli. "Da tempo si lavorava per far diventare ministro Brancher", ha detto al Corriere della Sera. "La sera prima del giuramento abbiamo cenato insieme e abbiamo festeggiato il nuovo ministro". Calderoli ha poi appoggiato la scelta di Brancher di rinunciare al legittimo impedimento. "Ha fatto bene, la scelta giusta per evitare certe strumentalizzazioni. Io stesso gliel'ho consigliato".