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Ddl intercettazioni, posta fiducia

Il governo pone la fiducia sul disegno di legge per le intercettazioni.

Lo annuncia il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, tra le proteste dell'opposizione, con i senatori che hanno intonato un coro di "vergogna, vergogna". Il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, ha chiesto allo stesso Vito quando il governo avesse deliberato il voto di fiducia. Il ministro ha risposto che l'ok è stato dato nella seduta del 29 maggio.

"Valutate le circostanze il governo è autorizzato a porre la questione di fiducia su un emendamento interamente sostitutivo del testo che tiene conto dei lavori della commissione Giustizia", ha detto in Aula il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito.

Vito ha aggiunto che il consiglio dei ministri ha autorizzato la fiducia nella seduta del 29 maggio scorso, ma diversi senatori, dopo la sospensione della seduta, hanno detto che c'è un errore, perché il 29 maggio era un sabato e il cdm si era riunito martedì 25 maggio. La riunione dei capigruppo dovrà ora decidere quando votare la fiducia. Il vicecapigruppo del Senato, Gaetano Quagliariello, ha detto ai giornalisti che il testo del ddl "è ora in mano al governo che, almeno in teoria, potrebbe modificarlo rispetto a quello emerso dai lavori del Senato".

E' la 34.ma fiducia in due anni

Con la fiducia posta sul ddl intercettazioni al Senato il governo Berlusconi arriva al record di 34 fiducie nei suoi due anni di vita. Sollecitato dal capogruppo del Pd Anna Finocchiaro, il ministro per i Rapporto con il Parlamento Elio Vito ha spiegato che il consiglio dei ministri del 25 maggio gli aveva dato l'assenso preventivo a porre la fiducia sul provvedimento fortemente contestato dalle opposizioni.

Bossi: "Fiducia quasi inevitabile"
Sulle intercettazioni "la fiducia era quasi inevitabile". Lo ha detto Umberto Bossi. Ai cronisti che gli chiedono se la richiesta di fiducia sul ddl sulle intercettazioni rischi di complicare il rapporto con le opposizioni e rendere più difficile l'iter delle riforme, il Senatur ha risposto: "Spero di no". Bossi ha aggiunto che "le riforme sono così importanti che i partiti non possono invocare scuse".

Berlusconi: "Ddl intercettazioni non risolve tutto"
"Questa legge non risolve tutti i problemi, cercheremo di migliorarla più avanti". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, all'Assemblea di Confartigianato sul Ddl intercettazioni. Berlusconi ha poi aggiunto che gli oppositori al provvedimento sono solo una "piccola lobby di magistrati e giornalisti". "Bisogna andare avanti decisi in questa direzione perché il diritto alla risaervatezza e alla inviolabilità della comuncazione è" in cima ai diritti dei cittadini, ha detto Berlusconi.

Su questa legge, c'è stata "molta baraonda sui giornali. A favore delle intercettazioni c'è solo una piccola lobby di magistrati e giornalisti la grandissima maggioranza degli italiani è stanca di non poter usare il telefono per tema di essere spiata", ha concluso.