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Berlusconi: "Volevano uccidermi"

Il premier intercettato aveva paura

Anche, soprattutto, tanta paura.

E' quella espressa da Silvio Berlusconi intercettato al telefono con Giancarlo Innocenzi alla fine del 2009. "Santoro e Di Pietro seminano odio. Mi volevano uccidere, sono arrivate diverse minacce e per un giorno intero sono dovuto restare chiuso a Palazzo Chigi - ha detto il premier -. Oggi Ghedini ha ricevuto una cosa con cinque pallottole in cui gli dicono che lo aspetta un carico intero".

Berlusconi, quindi, era molto impaurito dal clima che si stava venendo a creare e si era mostrato indignato per "le trasmissioni della Rai che fanno sì che la gente dica 'io non pago più il canone' perché non voglio che i miei soldi vadano a Santoro".  

Nel corso di una cena con i deputati del Pdl, poi, il presidente del Consiglio ha affrontato il tema dell'inchiesta pugliese sulle presunte pressioni sulla Rai attraverso un commissario dell'Agcom. Prima ha difeso il suo diritto a denunciare quella che ha definito la ''faziosita' denigratoria'' di una trasmissione come 'Annozero', rivendicando il diritto di parlare con i commissari dell'Autorita' per le comunicazioni messi li' dalla maggioranza.

Ha quindi ribadito che le accuse dei pm sono ''risibili'' perche' cio' che ha detto al telefono lo ha detto anche pubblicamente. Ma soprattutto ha auspicato una ''punizione esemplare'' per quelle che ha definito ''talpe'' e cioe' gli autori della fuga di notizie che ha consentito la pubblicazione delle intercettazioni sui quotidiani. Una vicenda ''vergognosa'' secondo il premier, che pero' stavolta finalmente vedra' scoperti i responsabili.

Infine, Berlusconi ha toccato diversi temi di stretta attualità politica. Nei piani del premier ci sono diversi obiettivi: rilancio sulle riforme dopo le regionali a cominciare da quella della giustizia, delle intercettazioni e delle istituzioni per ottenere (finalmente) l'elezione diretta del premier.