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La Binetti passa all'Udc

Bersani:"Dispiaciuto, ma non condivido"

Dopo mesi di tira e molla Paola Binetti ha preso la sua decisione: lasciato il Pd entrerà nell'Udc.

Tra annunci e smentite, critiche e distinguo, la teodem approdata nel Partito democratico insieme a Francesco Rutelli, ha scelto di sedere tra i banchi del partito di Pier Ferdinando Casini già da mercoledì prossimo. In un un primo momento, invece, sembrava intenzionata ad andare nella neonata Alleanza per l'Italia.

Al Corriere della sera Binetti ripropone tutte le sue critiche al Pd e al segretario Pier Luigi Bersani e soprattutto si rammarica per il trattamento ricevuto: "Mi sono sentita un bersaglio, mi è stato negato il diritto alla parola e alla rappresentanza dei valori cattolici" e quindi ribadisce il suo augurio che la Bonino perda la corsa nel Lazio perchè quella candidatura secondo lei è stata "un autogol" del Pd. Con Casini la teodem pensa di "rifare la Dc di De Gasperi, un partito-pensatoio del 15-20% che riesca finalmente a rappresentare le istanze e i valori in cui credo", insieme a Rutelli e pezzi cattolici del Pdl e del Pd come Marini, Fioroni, Franceschini, Castagnetti, Bachelet, Bobba.

E il segretario de Pd non nasconde il suo malcontento: "So che a qualcuno potrà sembrare strano - così commenta Bersani - ma lo dico sinceramente, l'allontanamento dell'onorevole Binetti è quello che mi dispiace di più. Non posso, ovviamente, condividere le sue motivazioni, in particolare a proposito della candidatura di Emma Bonino".

Dispiaciuto anche Pier Luigi Castagnetti: "Credo di poter dire, anche a nome della maggioranza dei credenti che restano nel Pd, tutta l'amarezza per una scelta personale che merita rispetto ma che non può essere condivisa. L'uscita della Binetti - afferma il presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera - è una grave perdita per il Pd. Lo dico a ragion veduta anche se so che probabilmente altri non condividono. Le qualità morali e intellettuali di Paola hanno consentito in questi anni di rendere veramente importante il dialogo e il pluralismo culturale dentro il partito".

 Stesso malessere espresso da Marco Follini: "Rispetto la scelta della Binetti - spiega -  anche se non è la mia scelta. Quello che trovo più preoccupante è che questo lungo stillicidio di abbandoni del Pd venga accompagnato troppe volte da un silenzio gelido e burocratico dello stato maggiore del partito"

Mentre Roberto Calderoli incalza: " È assolutamente condivisibile e rispettabilissima la scelta della Binetti di abbandonare il Partito Democratico, del resto solo gli stolti non cambiano mai idea. Ma se vuole essere davvero coerente, per poterlo fare, la Binetti deve dimettersi da tutti i mandati ricevuti, incluso quello di parlamentare, con i voti del Partito Democratico".