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Via a Craxi: polemica Di Pietro-Pdl

"Scriviamo sotto latitante e corrotto"

I figli Bobo e Stefania, pur divisi dalla politica, sono entrambi entusiasti.

''Decisione storica'', applaude il primo; ''gesto nobile'', si commuove la seconda. Ma la decisione del sindaco di Milano Letizia Moratti di intitolare una strada, un parco o un altro luogo della città a Bettino Craxi fa scoppiare l'ennesima polemica tra Antonio Di Pietro e il Pdl: "Facciamola ma scriviamo quel che era: politico corrotto e latitante".

Di Pietro non vede ragioni per rivedere il giudizio contro colui che affronto' in tribunale nel processo per le tangenti Enimont e scende in campo per contrastare il progetto della Moratti. Il leader Idv investe del problema anche il Capo dello Stato. Nei giorni scorsi era circolata la voce di un interveneto di Giorgio Napolitano ad un convegno al Senato per i dieci anni dalla scomparsa dell'ex segretario del Psi. Ma il Quirinale ha diffuso una nota dalla quale traspare che non c'e' per ora alcun impegno in questo senso. Ma Di Pietro teme ugualmente la possibilita' di una riabilitazione da parte del Colle, e chiede a Napolitano di ricordare l'ex segretario socialista ''per quello che e' stato: un politico, un presidente del Consiglio, un corrotto, un condannato, un latitante. Altrimenti - sottolinea - non racconterebbe la verita' nemmeno lui''.

Nella sua battaglia contro ''via Craxi'', Di Pietro non e' solo. Al suo fianco, proprio come ai tempi di Mani Pulite, c'e' il vecchio capo del pool Francesco Saverio Borrelli, anch'egli convinto che sia ''indecoroso e insultante'' dedicare una strada ''a chi e' morto da latitante''. Completa il ''trittico'' degli anticraxiani ''doc'' un altro ex della magistratura: l'europarlamentare dell'Idv Luigi De Magistris, che bolla come ''indecente'' l'idea del sindaco di Milano.

Per la verita', nemmeno la Lega Nord sembra tutta entusiasta dell'iniziativa del sindaco milanese. ''No grazie'', dice Matteo Salvini, dando voce alla vecchia anima ''giustizialista'' del Carroccio. Ma quella di Salvini e' l'unica voce contraria tra i leghisti, che preferiscono tacere.

Tace anche il Pd, che deve forse ancora metabolizzare le passate riabilitazioni di Craxi (Fassino lo ha inseri' nel ''Pantheon'' del partito, per Veltroni ''innovo' piu' di Berlinguer''): si inserisce nella polemica solo il milanese Enrico Farinone, secondo il quale in citta' ''ci sono cose piu' serie e importanti'' da fare.

Ad attaccare a testa bassa Di Pietro e' tutto il Pdl, il partito che si considera erede della politica craxiana e dove hanno trovato spazio tanti ex del garofano. Tra questi il capogruppo Fabrizio Cicchitto, tra i piu' duri contro Di Pietro: ''Con i suoi insulti a Craxi, estesi a Berlusconi, e con le sue minacce ed intimidazioni al presidente della Repubblica Napolitano - dice - Di Pietro conferma che purtroppo esiste nel nostro sistema politico e mediatico un grumo di incivilta', di odio, di rozzezza del quale l'ex Pm ed il suo partito sono la punta dell'iceberg''. Il presidente della provincia di Milano Podestà parla invece di "silenzio assordante del Pd"

Da Pier Ferdinando Casini arriva un via libera alla via per Craxi accompagnato da un giudizio equanime sull'ex leader socialista: ''Le vie d'Italia - e' la sua considerazione - non devono necessariamente essere dedicate ai santi ma a personalita' che hanno servito il proprio Paese. Credo che Craxi sia stato riabilitato gia' nei fatti molto prima di questa decisione della Moratti. Ha fatto errori, e certamente non ce ne possiamo dimenticare, ma ha avuto anche meriti''