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Lodo Alfano, pareri divisi

I costituzionalisti a confronto

Il Lodo Alfano è incostituzionale: questo il verdetto della Consulta che, come previsto, spacca in due l'opinione dei costituzionalisti.

In particolare, gli "scettici" fanno riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale del 2004 sul Lodo Schifani e si chiedono se il verdetto di ieri, a ben guardare, non sia in contraddizione con quello di 5 anni fa. O almeno, vogliono capire meglio quale siano le motivazioni della Corte.

Insomma, spiega Alessandro Pizzorusso, "la sentenza 'va bene, benissimo nel complesso, ma adesso dobbiamo vedere la motivazione". E cioè, "perchè l'altra volta (con il Lodo Schifani, ndr) anche se fu affrontato il profilo della violazione degli articoli 3 e 138, la motivazione su questi punti fu un pò un pasticcio". E aggiunge: "Se la sentenza fosse stata più' chiara, il Parlamento non sarebbe stato incoraggiato a proseguire su una strada sbagliata". Anche Augusto Barbera, dell'Universita' di Bologna, fa parte del 'partito' delìgli scettici e dalle colonne del Corsera, sottolinea che "non avendo inserito nel 2004 la violazione dell'articolo 138, la Corte ha messo il Parlamento su una strada sbagliata e di conseguenza ha indotto il capo dello stato a svolgere il suo compito in maniera meno incisiva".

Di fatto, il leit motiv tra i dubbiosi è questo: perchè nel 2004 non si è parlato della necessità di una copertura costituzionale e oggi invece sì? Secondo Gaetano Pecorella, "la Corte costituzionale ha smentito se stessa", perchè anche se la Consulta aveva bocciato il Lodo, per il difensore del premier "nel 2004 la Consulta aveva fissato dei paletti, indicando un percorso. E quella strada non passava attraverso una legge costituzionale. La Consulta  - spiega amareggiato in un'intervista al Giornale - ci aveva suggerito di modificare la legge ordinaria, non di cambiare strumento e fare ricorso a una legge costituzionale". Quindi, cocnlude, "questo verdetto è incomprensibile".

Opposto il parere di chi invece non ha dubbi sulla motivazione della Corte, come Antonio Baldassarre, per il quale "non ci sono contraddizioni perchè i due aspetti dell'illegittimità erano già adombrati nella prima sentenza". Concorda  Valerio Onida, presidente emerito della Consulta, secondo firmatario dell'appello lanciato dal professor Alessandro Pace (difensore della Procura di Milano e presidente dell'Associazione dei costituzionalisti italiani), sottoscritto da 103 ordinari di diritto costituzionale contro il Lodo Alfano.  "La Corte - osserva - ha fatto semplicemente il suo mestiere. La decisione non poteva che es¬sere questa".Così come per Giovanni Guzzetta non ci sono dubbi: "La sentenza della Corte Costituzionale  - afferma il costituzionalista - deve essere un monito per tutti, a destra e a sinistra. Riforme così' delicate come quella del rapporto tra magistratura e sistema politico non si possono fare in fretta e furia con il sospetto di intenti paritgiani'".