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Tg1, continua la polemica

Garimberti: "Editoriale irrituale"

Non più un editorale, ma un vero caso politico.

L'intervento del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, contro la manifestazione sulla libertà di stampa, continua ad agitare le acque di Saxa Rubra. Dopo la nota del Cdr, dove si specifica che "il telegiornale è di tutti", arriva il parere del presidente della Rai, Paolo Garimberti, che definisce l'editoriale "assolutamente irrituale". E intanto il Pdl pensa a scendere in piazza.

Insomma, reazioni a catena. Alla nota del 'suo' comitato di redazione, Minzolini replica senza troppi preamboli: "C'è chi manifesta pe rla libertà di stampa - sbotta - ma poi è intollerante". Tant'è. Ma di fatto, resta la precisazione del presidente della Rai, Garimberti, che definisce l'editoriale di sabato sera "irrituale" e la lettera del direttore generale dell'azienda di Viale Mazzini, Mauro Masi, che si impegna a discutere dell'episodio nella prossima riunione del Consiglio di amministrazione.

Posizioni che scatenano l'ira del Pdl. Dura la reazione di Maurizio Gasparri alla posizione di Garimberti: "E' inaudito che il presidente della Rai tenti di mettere il bavaglio al direttore del Tg 1 - sbotta il presidente dei senatori piddielllini -  Scriveremo noi una lettera aperta per denunciare questo atteggiamento censorio che indigna e del quale il presidente Rai sarà chiamato a rispondere in Commissione di Vigilanza". Segue  Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, per il quale  "contro Minzolini si è schierato un piccolo e ridicolo soviet fatto da grigi burocrati del peggiore giornalismo". E non rinuncia a polemizzare neanche Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione,  che propone che all'inizio di tutti i programmi della Rai, insieme al nome dei giornalisti, venga reso noto anche l'ammontare del loro stipendio.

Dunque, è esploso un caso che da Saxa Rubra si sta spostando ai banchi di Montecitorio. E, sullo sfondo, la stizza del centrodestra per gli attacchi contro Berlusconi.  Da ultimo, così lamentano nel suo entourage, la vicenda del Lodo Mionandori che potrebbe spingere il Pdl a scendere in piazza.Così Cicchitto: "E' evidente  - commenta il capogruppo alla Camera - che l'attacco al presidente del Consiglio di precisi settori politici e finanziari è concentrico e lungo più direttrici che vanno dal gossip, all'evocazione degli attentati di mafia del 1992, ad altro ancora che si prepara". L'esponente del Pdl fa pure riferimento alla recente sentenza del Tribunale civile di Milano sul Lodo Mondadori, che ha condannato la Fininvest a versare a titolo di risarcimento quasi 750 milioni alla Cir (Compagnie industriali riunite) di Carlo De Benedetti. Concorda Sandro Bondi che lancia la sua proposta: "E' urgente organizzare una grande manifestazione popolare con l'obiettivo di difendere la democrazia e la libertà nel nostro paese".