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Caruso-Gentilini:ora la parola fine

"Scaricati" dopo dichiarazioni choc

Si potrebbe dire che è colpa dell'estate afosa.

In questi giorni però non fa tanto caldo e soprattutto non è la prima volta che i due personaggi in questione la sparano grossa. Ora sono in molti a pensare che Francesco Caruso e Giancarlo Gentilini con le loro ultime dichiarazioni abbiano superato ogni limite. Tanto da essere stati scaricati dai loro stessi partiti: Rifondazione Comunista e Lega Nord.

Ci aveva pensato lui, Giancarlo Gentilini, prosindaco di Treviso ed ex primo cittadino leghista, ad aprire quella che verrà ricordata come la giornata delle sparate: "C'è bisogno di iniziare una pulizia etnica contro i culattoni". Secondo l'esponente della Lega Nord i gay sarebbero infatti colpevoli di aver trasformato il parcheggio di via dell'Ospedale in un luogo promiscuo, in cui consumano incontri clandestini e rapporti sessuali a cielo aperto. La soluzione allora non può essere che radicale: mettere fine alla vita di tutti gli omosessuali. A tarda sera arriva l'altra dichiarazione choc, quella di Francesco Caruso, deputato noglobal di Rifondazione Cominista. Commentando le ultime morti bianche attacca: "Treu e Biagi sono assassini. Con le loro leggi hanno fatto diventare arricchire i padroni a discapito della sicurezza sul lavoro". Assassino, a un consulente del Lavoro che è stato ucciso dalle Br.

E allora non bastano le precisazioni, le smentite, i passi indietro. Perché nel mondo politico si è già scatenata la bufera. Indignazione, sdegno. Quello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo le parole del leader dei Disobbedienti: "Vaneggiamento indegno". Quello di Tiziano Treu, direttamente tirato in ballo: "Quando mi hanno letto quelle dichiarazioni mi sono sentito gelare. Sono ancora sotto scorta: da quando hanno ammazzato Biagi". Quello del premier Romano Prodi che ha chiamato personalmente l'ex ministro del Lavoro per dimostrargli la sua solidarietà. Lo stesso partito di Caruso non ha perdonato la sua uscita folle: "Dichiarazioni culturalmente incompatibili con l'impostazione del partito", ha dichiarato il segretario Franco Giordano. Prevedibile, a breve, l'espulsione dal gruppo parlamentare, visto che Caruso essendo stato candidato da Rifondazione come indipendente, non ha la tessera di partito.

Nessuno salva Caruso, nessuno salva Gentilini. O meglio, qualcuno ha deciso di non difenderlo più. Come il governatore Veneto Giancarlo Galan: "Ha sbagliato, nella nostra regione non c'è cittadinanza per queste forme di intolleranza". Come Roberto Calderoli: "Non condivido quello che ha detto: è un pensiero suo e non del partito". Come il sindaco di Verona Flavio Tosi che con un programma a dir poco radicale e molto leghista ha vinto le amministrative con percentuale bulgara: "Pulizia etnica è un termine che non va usato mai, nemmeno metaforicamente, perché evoca vicende tragiche".