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Chiesa: eutanasia percorso di morte

Card. Barragan:"Siamo sempre per vita"

Il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Salute vaticano, ribadisce che l'eutanasia "è e resta un percorso di morte".

La Chiesa, prosegue "è sempre per la vita" e, dunque, contro ogni ipotesi di dolce morte sia attiva che passiva. Unica possibile eccezione è il testamento biologico inteso come un "no" all'accanimento terapeutico. Per Barragan spetta ai parlamentari cattolici esprimere il pensiero cattolico in Aula.

Il cardinale Javier Lozano Barragan sgombra subito il campo da ogni equivoco. "Innanzitutto occorre fare chiarezza sui termini. Eutanasia - spiega il porporato - è quell'azione od omissione destinata a causare la morte di un malato terminale. E la Chiesa questo non potrà mai permetterlo. Lo vieta il quinto comandamento. La legge del Signore è chiarissima in proposito e non ammette ambiguità: non si deve uccidere". Per contro il cardinale messicano, a capo del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, non chiude la strada al testamento biologico a patto però che non sia un cavallo di Troia per l'eutanasia. "Occorre, infatti, specificare se il testamento biologico include o meno l'ipotesi di eutanasia. In tal caso, è ovvio, che per la morale della Chiesa l'ipotesi non potrà essere accettata. Se invece il testamento biologico viene introdotto solo per dire no all'accanimento terapeutico, allora può anche essere accettato. Ma il discrimine è che non vi sia eutanasia".

Il cardinale chiarisce però il significato di accanumento terapeutico. "Si è di fronte all'accanimento - spiega il porporato - quando l'uso di medicamenti non fanno altro che causare l'agonia di un malato terminale destinato a morte inevitabile. Le cure, in questo caso, non curano ma aggravano la situazione del paziente. Per la Chiesa - aggiunge il cardinale - i due aspetti restano ben distinti. L'eutanasia, attiva o passiva equivale ad un assassinio. L'accanimento terapeutico, invece, è qualcosa che non si dovrebbe fare. Tuttavia non si proibisce se si ritiene di interrompere procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati sperati. Barragan evita poi di fare commenti sul dibattito politico in corso in Italia preferendo parlare in generale. "Vorrei solo dire - dichiara il cardinale - che davanti a tante leggi che avanzano in tal senso, la Chiesa propone una dottrina ma non la impone mai. L'uomo ha sempre il libero arbitrio, tuttavia questo non ci toglie l'obbligo di metterlo in guardia in modo da evitare un percorso di morte. La persona umana va difesa fino alla fine. Quanto ai parlamentari cattolici - continua Barragan - che in qualunque Parlamento si trovano di fronte all'avanzata di progetti di legge tesi ad aprire la strada alla dolce morte devono sempre esprimere il pensiero cattolico nelle sedi competenti, secondo le regole e le procedure democratiche"