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Processo breve, alla Camera è bagarre

Sospeso il Consiglio dei ministri, un deputato lancia un giornale contro Fini

Ansa

Si è aperta con un imprevisto la seduta alla Camera dopo lo scontro di mercoledì tra Fini e La Russa.

L'Aula prima ha respinto con procedimento elettronico il processo verbale della seduta precedente, poi l'ha approvata, una volta che era stato modificato. E' riesplosa così la bagarre. Sono volati insulti, e il presidente Fini è stato colpito da un giornale. Il ministro Alfano ha anche gettato il suo tesserino contro i parlamentari Idv.

L'iniziale bocciatura del processo verbale è assolutamente inusuale, poiché di solito si approva senza troppi dibattiti e per alzata di mano. L'opposizione ha contestato proprio la mancanza nel testo dell'esplicito riferimento all'episodio che ha visto protagonista il ministro La Russa. Per evitare il voto contrario, molti ministri erano arrivati di corsa per votare, sospendendo il Consiglio dei ministri, ma non è bastato e la seduta è stata sospesa.

La votazione
Nel momento in cui Fini apre la votazione, ai banchi del governo con qualche sottosegretario ci sono solo i ministri Vito e Brunetta. La votazione rimane aperta a lungo per permettere a tutti di votare; a un certo punto, di corsa, entrano in Aula i ministri Fitto, Gelmini, Romano, Romani, Meloni, Alfano e Prestigiacomo. All'opposizione che protesta per la lunghezza dell'apertura della votazione Fini obietta che "tutti i presenti in Aula hanno diritto di votare". Alla fine la votazione viene chiusa e il punteggio pari determina la bocciatura del verbale.

La rissa
A questo punto scoppia la bagarre. I ministri Prestigiacomo, Alfano e Brambilla si girano verso il presidente Fini con in mano le schede di votazione mentre dai banchi della sinistra gridano "Buffoni, buffoni". Dai banchi del Pdl parte un lancio di oggetti, vola un voluminoso fascicolo di emendamenti che non colpisce nessuno.

Vola un giornale contro Fini
Fini cerca di calmare i ministri, ma è tutto inutile. Alfano lancia in aria la sua scheda, e Fini sospende la seduta. Dai banchi del Pdl gli gridano "Dimissioni, dimissioni", e mentre lascia l'Aula un deputato del Pdl gli tira contro un giornale che colpisce in pieno il presidente della Camera. A questo punto, Fini punta il dito contro il parlamentare.

Consiglio dei ministri sospeso
Il Consiglio dei ministri in corso a Palazzo Chigi era stato convocato per esaminare l'accordo con la Tunisia sull'emergenza-immigrazione, e ne è stata decisa la sospensione proprio per consentire ai ministri di partecipare alla Camera al voto sul ddl del processo breve.

Lavori sospesi alla Camera
Dopo la bocciatura si fatto subita dalla maggioranza a proposito del processo verbale sulla seduta di mercoledì, è stata convocata una conferenza dei capigruppo per decidere sul proseguimento dei lavori in Aula. In precedenza, Fini aveva dichiarato: "Quanto avvenuto mercoledì non ha precedenti", rispondendo a Simone Baldelli (Pdl), che interveniva sul processo verbale della seduta della Camera, in dissenso sulla votazione chiesta dalle opposizioni. "Ci sono tali e tante opposizioni - ha notato Fini - che la presidenza non può non farlo votare".

Fuori da Montecitorio continua la protesta
Si sono intanto presentati puntuali all'ingresso di Montecitorio i militanti del popolo viola che, insieme all'opposizione, manifestano contro il processo breve. Per ora si trovano regolarmente dietro le transenne di piazza Montecitorio, dove campeggia uno striscione del Pd con scritto "la legge è uguale per tutti", mentre i manifestanti gridano "a casa a casa".

Bersani: la maggioranza non si lamenti, il voto è regolare
"Nella mia pur non lunga vita parlamentare non ho mai visto una votazione così lunga. Il Parlamento non può aspettare i comodi dei ministri che arrivano a uno a uno a votare, lasciando il Consiglio dei ministri. Non si azzardino a lamentarsi". Così Pierluigi Bersani in Transatlantico previene le possibili proteste della maggioranza. "Erano assenti anche alcuni dei nostri" spiegano i deputati Pd. Mentre Franceschini definisce "uno spettacolo indecoroso" la scena dei ministri che "lasciano il Consiglio dei ministri per votare il processo verbale".

E alla fine, la Camera approva
Una volta terminata la sospensione della seduta, il nuovo processo verbale della seduta della Camera è stato approvato senza votazione dall'Assemblea di Montecitorio. Il nuovo testo è più esteso di quello che era stato precedentemente bocciato dall'Aula: contiene, fra l'altro, riferimenti al richiamo del presidente della Camera Gianfranco Fini al ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Santanché contro Fini: è in campagna elettorale, si dimetta
"I nuovi episodi di tensione alla Camera dimostrano che l'assenza di un arbitro autorevole e credibile è diventato un problema non più rinviabile: Gianfranco Fini, sceso in campo nella campagna elettorale delle amministrative contro i partiti che fanno parte della maggioranza e che l'hanno eletto a presidente della Camera, è diventato giocatore e non può imputare ad altri irresponsabilità che sono prima di tutto sue. Le dimissioni sono l'unica soluzione". Cosi' Daniela Santanché, sottosegretario al Programma di governo ed esponente del Pdl, commenta l'accaduto.

Fini: "Maroni riferisca sui fatti di mercoledì"
Il ministro degli Interni Roberto Maroni dovrà riferire in aula su quanto avvenuto mercoledì fuori del palazzo della Camera. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, illustrando all'assemblea le decisioni prese dall'ufficio di presidenza di Montecitorio. Fini poi ha reso noto che da parte del Collegio dei questori della Camera c'è stata una deplorazione nei confronti del comportamento tenuto dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa.