politica

Riviezzo:"Spettro tribunali popolo"

Presidente Anm lancia allarme

24 Feb 2006 - 10:27

"Lo spettro dei tribunali del popolo, cui non sembrano estranee certe concezioni che vorrebbero i giudici eletti sulla base delle loro personali e controllabili opinioni, aleggia funesto". E' quanto afferma il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Ciro Riviezzo, all'apertura del Congresso dell'Anm. "La mancanza di principi condivisi - prosegue Riviezzo - favorisce coloro che si sottraggono alle regole".

La giustizia non funziona, ripete ancora una volta il leader dell'Anm: i tempi sono "insopportabilmente lunghi" e le risorse sono "insufficienti", come dimostra la nuova "drastica riduzione" dei fondi per l'informatica che "rischia di fermare a breve l'intero sistema". "Ma non ci possiamo nascondere -ammette Riviezzo- che anche con le risorse esistenti sarebbe possibile fare di piu' in termini di organizzazione degli uffici, per ridimensionare i tempi dei procedimenti, pur con gli insostenibili carichi di lavoro esistenti, e ridurre i disagi dei cittadini". "Scontiamo in parte -riconosce il leader dell'Anm- una fisiologica inadeguatezza di molti dirigenti di uffici che non sono stati preparati, nemmeno culturalmente, gestire organizzazioni a volte molto complesse. La professionalita' consiste non solo -aggiunge- nell'indispensabile sapere giuridico, ma anche nella capacita' di utilizzare adeguatamente le risorse a disposizione e rendere giustizia nel modo piu' efficiente possibile nella situazione data". Riviezzo chiama quindi in causa anche il Csm, responsabile di "scelte inadeguate". Certo, chiarisce il presidente dell'Anm, il Consiglio finora "ha svolto egregiamente la funzione di tutela della indipendenza e autonomia della magistratura", ma "nella gestione amministrativa ordinaria vi sono stati ritardi e cadute". All'interno dei vari gruppi che compongono il 'sindacato delle toghe' c'e' stata "una assunzione di responsabilita"', rivendica Riviezzo, ma "si tratta ora di trasformare questa tensione culturale positiva in fatti concreti".

Riviezzo cita anche le modifiche delle norme sulla recidiva e la prescrizione come esempio del "disegno di riduzione della discrezionalita' del giudice nell'applicazione della pena". E punta l'indice per l'ennesima volta contro la riforma sull'inappellabilita', che "snatura il ruolo della Suprema Corte" e rende il sistema incapace ancora di piu"' di dare risposte in tempi ragionevoli". "L'inappellabilita' delle sentenze di assoluzione -sostiene- incide sulla parita' delle parti e rende piu' difficoltoso la tutela delle vittime dei reati, quindi e' inaccettabile". Nel mirino del leader dell'Anm, ancora una volta, la "controriforma" dell'ordinamento giudiziario: "e' chiaro il carattere punitivo della riforma -torna a denunciare Riviezzo- dettata non per migliorare la funzionalita' del servizio giudiziario ma contro la magistratura. Il risultato e' una riforma chiaramente lesiva delle disposizioni costituzionali poste a garanzia dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura". "Non ci stanchiamo mai di chiedere con forza al Parlamento -dice ancora Riviezzo- che questa riforma non diventi mai efficace , non entri mai concretamente in funzione", puntando invece a "costruire un progetto alternativo" per "attuare e non contraddire i principi costituzionali".

Ma l'Anm continua a non sottrarsi al confronto e si offre per dare un "contributo tecnico" alle istituzioni affinche' trovino i rimedi ai problemi di funzionalita' del sistema giudiziario: la "priorita"' ripete Riviezzo, e' quella della "abnorme lunghezza dei processi", una "questione antica che non puo' essere risolta completamente in poco tempo, ma che occorre iniziare ad aggredire". Di fronte alla crisi in cui versa l'organizzazione giudiziaria "non si puo' non sottolineare l'amarezza -sottolinea il leader del 'sindacato delle toghe'- per il fatto che sono trascorsi anni in cui energie sono state disperse nell'occuparsi dei rapporti tra politica e giustizia piuttosto che del diritto dei cittadini ad ottenere la tutela dei loro diritti in tempi ragionevoli". In campo civile, suggerisce Riviezzo, si puo' puntare a costituire l"'ufficio per il processo", migliorando anche gli strumenti informatici. Occorre poi arrivare finalmente a modificare in modo organico o codici penale e di procedura penale, puntando ad "un processo nel quale siano salvaguardati i diritti di tutte le parti, in primis dell'imputato, e che nel contempo sia funzionale". Dalle "fondamenta" va ripensata la riforma dell'Ordinamento giudiziario, puntando anche "alla formazione e alle aspettative dei giovani magistrati, che costituiscono la linfa vitale per la giustizia del futuro".

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