politica

Comunicazione,strumento democratico

Roma, lo ribadisce il ministro Lunardi

30 Giu 2004 - 18:00

Informazione, comunicazione, cultura. Sono questi gli argomenti principali intorno ai quali si è articolata l’intera discussione del convegno romano “Comunicazione e giornalismo”. Una full immersion di proposte, idee, iniziative e pareri ha tenuto il banco nel parlamentino Cnel, in un incontro,patrocinato tra gli altri dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dall’Ordine dei Giornalisti e dal Cnel. Giornalisti, docenti universitari e rappresentanti del governo hanno fatto il punto della situazione italiana che richiede una spinta.

E’ emerso come l’arretratezza del sistema comunicativo nei confronti degli altri Paesi europei sia un dato di fatto. E l’esigenza di un processo evolutivo ne è la logica conseguenza. In particolare, si è fatta strada l’esigenza di ampliare il sistema comunicativo dell’Italia. L’informazione, dunque, assume priorità in un Paese occidentale come il nostro, laddove un sistema di comunicazione efficiente sia in grado di rendere fruibile una variegata quantità di notizie.

Pertanto, come ha ribadito il ministro Lunardi nell’introdurre la sua proposta “non basta informare, ma è la qualità dell’informazione, come metodo e sostanza che caratterizza la nostra civiltà e la nostra cultura”. E proprio dal connubio tra comunicazione e cultura è nato il progetto “infrastrutture culturali” presentato dal suo ministro. Lo scopo dell’iniziativa è la costruzione di sistemi intelligenti che riescano a valorizzare il patrimonio archeologico, naturale ed artistico dell’Italia, rendendolo più accessibile attraverso un idoneo sistema di trasporti. Dunque, l’idea è cercare di rovesciare la nozione stessa di infrastruttura, considerata un acerrimo nemico dell’ambiente, facendo interagire le strade, i porti, le ferrovie con i beni storici e con il paesaggio circostante. “Vogliamo far nascere musei sulle autostrade – chiosa Lunardi – e permettere ai turisti di arrivare nei siti archeologici in treno". Ma, prosegue il ministro, per fare ciò occorre saper comunicare perché la comunicazione è uno strumento di democrazia”.

E, automaticamente viene chiamato in causa il ministero delle Comunicazioni. A portare il messaggio del ministro Gasparri (impegnato alla Camera per la fiducia sulla riforma giudiziaria) è stato il suo portavoce e addetto stampa Filippo Pepe, che accodandosi alla linea di Lunardi, ha subito difeso l’importanza della televisione in quanto garante di un ampio livello di informazione che rende più semplice la stessa tecnica comunicativa. Se poi si aggiunge la possibilità di spaziare su un numero considerevole di canali, allora la democrazia, il pluralismo e la stessa conoscenza, trovano compimento. E, in quest’ottica la televisione digitale terrestre sembra collocarsi perfettamente in quanto non solo "moltiplicherà i canali a disposizione – informa Pepe – ma aumenterà la qualità audiovisiva e i servizi interattivi”.

I cittadini, dunque, avranno accesso ad una serie di servizi informativi, senza necessariamente dover “navigare” in Internet. L’Inps, le Poste, gli ospedali, potranno essere consultati da casa propria, attraverso il comune teleschermo. Dunque, la Pubblica Amministrazione “entrerà nelle case di tutti gli italiani - conclude Pepe - e il Paese deve saper cogliere le grandi potenzialità della rivoluzione tecnologica”.

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