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Renzi: non voterei l'ineleggibilità di Berlusconi

"Il Pd vincerà quando vincerà le elezioni, non quando terrà fuori gli altri", spiega il sindaco di Firenze che si dimostra molto critico sul percorso delle riforme costituzionali. "Cʼè bisogno di una commissione per capire che ci vuole una riforma elettorale?", si chiede ironicamente

Ansa

Dell'incontro avuto sabato con il premier Enrico Letta,  Renzi è rimasto "molto convinto" dagli aspetti europei. Meno dal modello di revisione costituzionale che il governo ha proposto, sul quale il sindaco di Firenze vede fortissimo il rischio della "commissionite". "C'è bisogno di una commissione per capire che ci vuole una riforma elettorale?", afferma Renzi che parla anche di Berlusconi ("Non voterei contro la sua ineleggibilità").

"Berlusconi ineleggibile? Voterei no" - "Se Matteo Renzi fosse senatore voterebbe per l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi?", gli chiedono i giornalisti. "No, perché dovevamo farlo subito, 19 anni fa. Non è che dopo 19 anni che ti batte ti inventi il giochino per tenerlo fuori dal Parlamento. Noi vinceremo quando vinceremo le elezioni, non quando teniamo fuori gli altri", spiega Renzi affermando anche che sarebbe contrario alla nomina del leader del Pdl a senatore a vita. Il sindaco di Firenze parla anche dei rapporti di Letta e del governo da lui guidato".

"Provare a cambiare l'Italia" - "Usciamo dal personalismo o meglio dalla personalizzazione, Letta contro Renzi. L'ambizione vera è quella di provare a cambiare l'Italia. Il tema più grande è l'ambizione del paese. Se il governo fa le cose, bene: altrimenti il governo va a casa", spiega Renzi aggiungendo: "Se Letta cambia l'Italia, io sto con Letta". 

"Di Letta - sottolinea ancora Renzi - mi ha convinto moltissimo la parte europea. Anche quel riferimento al giugno 2014, la vera data che segna la politica italiana e europea quando l'Italia prenderà la presidenza. O - dice il sindaco di Firenze - siamo in grado di orientare il dibattito oppure l'Europa rischia di diventare solo un problema". "E poi mi ha fatto piacere di aver sentito parole che ricordano molto le primarie: Stati Uniti d'Europa e critica al finanziamento pubblico"

"Basta Renzi contro Letta" - "La domanda è: il governo è in condizione di farlo? Se sì, si faccia, altrimenti si mena il can per l'aia. Capisco - aggiunge - che fa più notizia Letta contro Renzi. Qui usciamo dalla logica del personalismo, c'e' un'idea per cambiare questo paese o no?". "Io sono amico personale di Letta e lo stimo molto. Lo ritengo di qualità e competenza e sono solidale con lui. Enrico è proprio bravo. Poi, poveretto deve governare con Brunetta e Schifani, Io non sarei bravo come lui... non credo ne sarei capace".

"Primarie Pd, questa volta non mi faccio fregare" - "Epifani fissi la data del Congresso del Pd. Fissi la data delle primarie aperte. L'ashtag è guglielmofissalatada - scherza Renzi - . Ma soprattutto prima fissi regole, poi vediamo... Stavolta non mi faccio fregare, prima si fanno le regole e poi dico se mi candido". Renzi non cambierebbe poi nome al Pd. "Partito democratico per me significa Kennedy e Clinton", prosegue. "Non c'è dubbio - ha poi detto ripondendo ad un'altra domanda - che il Pd deve essere anche la casa dei democristiani".

"Parte sindacato da cambiare" - Secondo il sindaco di Firenze c'è "una parte del sindacato che deve essere cambiata. Per difendere l'uguaglianza ci vuole un Paese libero e aperto". Quanto alla sinistra, ha aggiunto, "la vorrei anti-decoubertiniana, la vorrei che vuole vincere" e non solo partecipare.

"Pd è anche casa degli ex Dc" - "Non cambierei nome al Pd, Partito democratico per me significa Kennedy e Clinton. Non c'è dubbio che il Pd deve essere anche la casa dei democristiani. Il governo è a "trazione democristiana"? "Toglierei la parola trazione, perché il rischio è quello dell'immobilismo", commenta poi Renzi.

"Studio Cgil? Terrorismo psicologico" - "Dire che l'Italia ripartirà nel 2076 è terrorismo psicologico", afferma poi il sindaco di Firenze commentando lo studio della Cgil secondo cui solo in quella data il livello occupazionale tornerà ai livelli pre-crisi.

Ingroia a Renzi: "Lui fa il gioco di Berlusconi" - "Quando Renzi avrà fatto un decimo di quel che ho fatto io per il mio Paese ne riparliamo". Antonio Ingroia risponde cosi' alle critiche che Matteo Renzi gli ha rivolto durante un dibattito pubblico ("Ingroia che va in Guatemala, torna, si candida e prende lo zero virgola, poi va ad Aosta e si mette in ferie, è uno degli spot a favore di Silvio Berlusconi"). "Il gioco di Berlusconi e della destra si fa quando si va a trovare il cavaliere ad Arcore, quando si sta dalla parte di Briatore e Marchionne invece che dalla parte dei lavoratori. Renzi parla di sinistra senza sapere cosa sia. Anzi, è grazie a personaggi come lui che la sinistra ha perso la propria identità e continua a perdere le elezioni.. Renzi - conclude Ingroia - è il perfetto trasformista del ventunesimo secolo, un uomo di destra travestito da sinistra".