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Rimborsi ingiustificati, paga la Regione
Piemonte, tra i conti spesa profumi e nightclub

Lʼaccusa è di peculato per quattro consiglieri regionali

Ansa

Come potrebbero un tosaerba e una sega circolare finire sotto la voce “utilità politica” tanto da essere acquistati con il finanziamento regionale? Domanda che forse non si è posto Andrea Stara, consigliere di centro sinistra del Piemonte, indagato per peculato. Di attitudine non troppo diversa Michele Giovine, del partito Pensionati per Cota, che ha addebitato alla Regione centri estetici, profumi e persino biglietti per andare a vedere la Juventus allo stadio.

Anche Maurizio Lupi dei Verdi Verdi non si è fatto poi così troppi problemi ad acquistare, con i soldi dei contribuenti, 2050 euro di videogiochi. Ma non solo. Tra i regali che i tre politici si sono fatti usando la carta di credito della regione Piemonte risultano anche ristoranti e night club, vino, giocattoli, abbigliamento sportivo, manutenzione auto e addirittura gli acquisti in ferramenta. Nessuno ha fatto lo sforzo di mantenere una condotta coerente con la reale motivazione dei finanziamenti ai gruppi, cioè il reggere l'attività politica dei consiglieri. Tutti e tre sono stati raggiunti da avviso di garanzia ieri mattina con l'accusa di peculato, ossia l'utilizzo di denaro pubblico per spese personali.

Le cifre sottratte indebitamente alla regione Piemonte sono da capogiro: Michele Giovine ha messo insieme scontrini per 121 mila euro, più 80 mila euro mai giustificati nel periodo che va dall'inizio della legislatura Cota, maggio 2012, ad oggi. Al secondo posto c'è Maurizio Lupi con 74 mila euro e al terzo Andrea Stara con 57 mila euro. Un'altra consigliera regionale della Federazione della Sinistra, Eleonora Artesio, è stata raggiunta da avviso di garanzia con la medesima accusa. Avrebbe speso “solamente” 12 mila euro in tre anni per buoni pasto, carburante e pedaggi autostradali.

L'inchiesta è della guardia di finanza di Torino, coordinata dal pm Andrea Beconi ed Enrica Gabetta, è partita alla fine di settembre, poco dopo lo scandalo che aveva travolto Fiorito. Il via alle indagini è stato fornito dal contenuto di un'intervista rilasciata da Roberto Rosso, ex presidente del consiglio regionale piemontese, in cui dichiarava: “So di un consigliere regionale che ha messo in rimborso spese per una settimana bianca trascorsa a casa mia a Sestriere”. Qualche giorno dopo è stato convocato dalla procura e immediatamente è scattato il blitz con il sequestro di decine di faldoni contenenti la documentazione relativa alla spese dei gruppi consigliari.

Per ora gli inquirenti si sono concentrati sui gruppi da un solo componente dell'ultima legislatura. Da oggi parte l'esame delle spese degli altri con disponibilità economiche più alte, come Pd, Pdl e Lega.