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Pdl spaccato: tutti gli occhi su Alfano
Ira Berlusconi, Crosetto ci mette una pezza

"Era solo arrabbiato per la sentenza", ha spiegato il parlamentare del Pdl. Ma le voci di dissenso montano dopo le parole sul governo Monti: il segretario tace

Ansa

La forte presa di posizione di Silvio Berlusconi verso magistratura e governo dopo la sentenza di condanna nel processo di Milano sui diritti tv sta avendo un effetto boomerang sul Pdl, la cui "stanza dei bottoni" - a cominciare dal segretario Angelino Alfano - appare spiazzata dal discorso del leader e da alcune reazioni interne al partito, soprattutto da parte di Daniela Santanché, di netta opposizione alla dirigenza.

La "pasionaria" del centrodestra è arrivata a chiedere le dimissioni del segretario, la cui linea politica "è stata sconfessata dal presidente e fondatore del partito". Una posizione che, in diverse forme, è stata appoggiata - in diverse forme - anche da altri esponenti di primo piano quali Massimo Corsaro, Gianfranco Rotondi, Stefania Prestigiacomo. Potrebbero essere loro, in caso la crisi si acuisca, a essere i primi mattoni di una lista targata Silvio Berlusconi, di una corsa a sé con i fedelissimi lontana dalla sua creatura all'interno della quale, secondo Osvaldo Napoli, "almeno l'80% sta con Alfano", quindi fedele alla linea filogovernativa e moderata del segretario. "Berlusconi ha già stretto l'accordo con la Lega", ha rincarato la dose l'esponente pidiellino, "con quello che ha detto l'area moderata ce la sognamo, non vinceremo più le elezioni, ha ammazzato le primarie e il segretario". E Franco Frattini, ancora prima che di futuro, parla di presente, di una decisione - quella della sfiducia immediata all'esecutivo e di un eventuale voto anticipato - che avrebbe "effetti devastanti": "Sfiduciare Monti? Ora il presidente e' coinvolto da sentimenti forti molto negativi, ma sa bene che non e' questo il bene dell'Italia".

In tutto questo, si innesta il silenzio di Angelino Alfano, che non ha alzato una foglia dopo il lungo outing presidenziale di sabato pomeriggio. Riflessione, "sbollitura", consultazioni con le altre teste del partito: il segretario è a un bivio, reagire, replicare in qualche modo al leader, ribadire le linee che ritiene corrette. Oppure un passo indietro, anche decisivo: ma accontentare Santanché e gli altri berlusconiani di ferro viene considerato "irresponsabile" da Fabrizio Cicchitto, da sempre uno dei "saggi". Con ogni probabilità significherebbe rottura, forse scissione. Un autogol clamoroso per un partito che non sta attraversando il momento di maggiore consenso. 

 

Intanto, in questo "sciame sismico", arriva anche la notizia della possibile candidatura di Roberto Formigoni per le primarie, con annesse tutte le considerazioni che si possono fare dopo il caso-Lombardia. Ma questo, in un simile momento, sembra davvero l'ultimo dei problemi del Pdl.

Crosetto: "Suicidio far cadere Monti, Berlusconi era arrabbiato per la sententenza"
"Sarebbe un suicidio far cadere il governo Monti a 4 mesi dal voto": così Guido Crosetto parlamentare Pdl dopo le parole di Berlusconi sulla possibilità di anticipare il voto. "L'anno scorso Berlusconi ha fatto il passo indietro, è stato zitto per un anno, ieri è esploso e ha detto ciò che pensa: la sentenza ha fatto saltare il tappo", ha aggiunto Crosetto, per il quale è giustificabile l'"incazza l'"incazzatura" del leader del Pdl dopo la sentenza.