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Giustizia, Borrelli farà il mediatore civile

Lʼex procuratore: "Sarà una grande occasione per il Paese"

Ansa

Condivide l'etica del compromesso e, soprattutto, non gli piace l'etichetta che in questi anni gli è stata attribuita: quella di essere fortemente politicizzato e un anti berlusconiano doc.

Così, l'ex procuratore Francesco Saverio Borrelli, ora in pensione, ha deciso di fare il mediatore civile sposando parte della riforma della Giustizia voluta dal ministro Alfano. “Approvo – dice al Corriere della Sera – la filosofia della mediazione”.

Il corso di formazione inizierà a maggio e secondo Borrelli sarà un buon rimedio “per riportare i tempi della giustizia in tempi ragionevoli”. “In Italia – spiega – esiste un tasso di litigiosità molto alto e credo che questo sia un valido tentativo per un cambiamento”.

In pratica, la mediazione civile è un istituto giuridico divenuto obbligatorio con la riforma del Guardasigilli Angelino Alfano, finalizzato allo snellimento del sistema giudiziario italiano. Lo scopo à far giungere le parti in causa a una conciliazione attraverso l'opera di un mediatore, vale a dire un soggetto professionale, qualificato e terzo che aiuti le parti in conflitto a comporre una controversia.

“Per avere tempi accettabili nella giustizia – aggiunge Borrelli – servirebbe almeno in quadruplo dell'attuale organico di magistrati e non credo che casse dello Stato possano sostenere un simile sforzo. Invece io credo che questa sia una grande occasione per il Paese”. Quanto alle proteste degli avvocati preoccupati per un ridimensionamento della propria funzione, l'ex procuratore ha una sua idea: “Dovrebbero reinterpretare il proprio ruolo magari assistendo il cliente anche in fase di mediazione, come accade in altri paesi. Io sono sicuro – continua – che questa riforma porterà a un alleggerimento della nostra macchina giudiziaria”.

Insomma, l'uomo del “resistere, resistere, resistere” condivide appieno quella tanto contestata parte di riforma giudiziaria introdotta dal delfino di Berlusconi. “E' l'ennesima dimostrazione – così motiva la sua scelta – che le mie valutazioni non sono mai dettate da ragioni politiche”.