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Italicum, c'è l'accordo Pd-FI: soglia premio al 37%, fuori chi è sotto il 4,5%

Recepita la norma cosiddetta salva-Lega: abbassando il quorum minimo per il Carroccio è più facile lʼingresso in Parlamento. Sel non ci sta: "Daremo battaglia". Il premier Letta: "Una buona notizia". M5S: "Blocchiamo tutto"

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E' quasi fatta per l'accordo sulla legge elettorale: via libera alla soglia del 37% per il premio di maggioranza. Trovata l'intesa anche per l'abbassamento dello sbarramento dal 5 al 4,5% per i partiti in coalizione, il cosiddetto nodo Salva-Lega. Dovrebbe essere poi stato fissato a 45 giorni il limite per la delega al governo per ridisegnare i collegi. Il M5S: "Blocchiamo tutto, stop ai lavori in Commissione".

Una coda di trattativa potrebbe tuttavia ancora riguardare ritocchi alla soglia di accesso per i partiti non coalizzati (oggi all'8%) e per le coalizioni (12%). Decisivi, per l'uscita dall'impasse, i nuovi contatti telefonici avvenuti in mattinata tra il segretario del Pd, Matteo Renzi, e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. L'intesa raggiunta non è ancora stata ufficializzata dai due principali partiti, ma a sentire alcuni parlamentari del Partito democratico ormai è cosa fatta.

Deputati M5S "occupano" la Commissione, stop ai lavori - L'M5S si presenta in massa nella sala del Mappamondo dove è all'esame la legge elettorale hanno chiesto di partecipare tutti ai lavori. Poco prima, stessa iniziativa nella Commissione Giustizia che doveva riunirsi in seduta notturna ma è stata sospesa per motivi di sicurezza, considerato il numero eccessivo di persone presenti. "Blocchiamo tutto. Visto che tutte le commissioni vengono convocate secondo un regolamento che è stato stralciato dalla presidente Boldrini, non è più possibile proseguire con i lavori del Parlamento", afferma il deputato M5S Riccardo Nuti, spiegando che l'intenzione è impedire che i lavori della commissione sulla legge elettorale proseguano.

Renzi: "Tranelli in aula? Sarebbe il colmo" - "Sarebbe il colmo, quelli che non sono riusciti fino ad oggi ad approvare la legge elettorale, non dicono fuori quello che pensano ma si nascondono dietro il voto segreto, ma io sono ottimista che l'accordo possa essere approvato rapidissimamente". Così Matteo Renzi sui rischi di imboscate nel voto segreto all'arrivo della riforma in Aula. Nel pomeriggio, commentando il nuovo accordo raggiunto con Forza Italia aveva twittato: "Bene così. Adesso sotto con il Senato, le Province e il Titolo V. E soprattutto con il Jobs act. Dai che questa è la volta buona".

"Mai più ricatti dai più piccoli" - "Mai più larghe intese grazie al ballottaggio, mai più potere di ricatto dei piccoli partiti, mai più inciuci alle spalle degli elettori, mai più mega circoscrizioni. Con l'intesa sulla legge elettorale, nonostante i professionisti della critica, il passo avanti è enorme". Lo scrive poi su Facebook il segretario del Pd.

Maroni: "Favorevole all'esperienza di coalizione" -
"La storia della Lega degli ultimi 20 anni è anche storia di coalizione: non per affinità ideologiche, ma sulla base di contenuti e programmi. Io sono favorevole, perché l'esperienza di coalizione che sto facendo al governo della Lombardia, con i colleghi di Piemonte e Veneto ha buoni risultati e penso debba proseguire. Ma è una decisione che spetta agli organi della Lega". Così Roberto Maroni, governatore della Lombardia, rispondendo sul tema delle alleanze, anche con Fi.

Sel: "Siamo contrari, daremo battaglia" - "Siamo contrari a una riforma elettorale che ha come unico scopo quello di limitare la rappresentanza di milioni di cittadini il cui voto non troverebbe nessuna corrispondenza in Parlamento". Lo afferma Ciccio Ferrara, di Sel annunciando che il partito di Vendola è pronto a "dare battaglia contro questa legge Forzaitalicum".

Il premier da Bruxelles: "Una buona notizia" - "Le riforme istituzionali, la legge elettorale e la fine del bicameralismo paritario che rappresenta una cosa obsoleta nel nostro Paese, sono fondamentali per la stabilità e per mandare avanti il nostro Paese. E' una buona notizia per l'Italia se riusciamo a farle". Lo ha detto il premier Enrico Letta a Bruxelles.