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Selen: "Sono una mamma canguro"

A Tgcom presenta il secondo figlio

A un mese dalla nascita di Gabriele, Luce Caponegro, un tempo conosciuta come Selen, rilascia a Tgcom la sua prima intervista dopo il parto.

E a distanza di quasi 20 anni dal primo figlio, racconta la sua maternità a 40 anni. "Sono una mamma-canguro", confessa mentre stringe al suo corpo, avvolgendolo nella sua vestaglia, il nuovo arrivato. Con Gabriele che le rimane attaccato al seno per tutta l'intervista.

Una donna matura è Luce Caponegro, che vive la sua seconda maternità "come la prima volta", perché non ricorda niente della prima e che però ha coscienza di essere una mamma diversa, oggi a quasi 40 anni. "A 18 anni ero molto spartana con Kangi, il mio primo figlio, - racconta -. Lo lasciavo piangere, perché così mi aveva detto il pediatra. Ma ora con Gabriele non ci riesco: appena frigna corro subito, è viziatissimo, lo tengo sempre in braccio. E' proprio vero che ogni gravidanza è un mondo a sé".

Signora Caponegro, innanzittutto come sta?
"Sono stanca, molto stanca. Gabriele ha scambiato il giorno con la notte e quindi invece di dormire passo le ore piccole ad allattarlo. Poi lui è molto lento e rimane attaccato al seno almeno per un'ora. Così tutto il giorno faccio fatica a stare in piedi".

Com'è essere mamma a quasi 40 anni?
"Ora sono dell'idea che bisogna fare dei figli a tarda età, sono i cosiddetti 'figli preziosi'. A 18 anni, quando ho avuto Kangi, che ho tanto desiderato, ero impegnata con mille progetti, non ero mamma al 100 per cento fisicamente e mentalmente, ero più incosciente. Oggi invece sono concentrata solo su Gabriele, ho un'altra sensibilità, mi si stringe il cuore solo a sentire che inizia a piangere".

Ha riacquistato subito la linea?
"Sì, sono ingrassata pochissimo perché ho seguito una dieta per il diabete pregestazionale e a una settimana dalla nascita di Gabriele ero già tornata come prima, senza un filo di pancia. E la cosa mi ha piacevolmente sorpreso. Invece con Kangi avevo preso molto peso e ho impiegato un anno per tornare in forma. Oggi invece non ho neanche una smagliatura: alle over 30 la gravidanza non lascia segni".

Come è andato il parto?
"E' stata un'emozione indescrivibile, ma ho provato un dolore così immenso, una sofferenza pazzesca che pensavo di dover morire di parto. Ho scelto di non fare l'epidurale e di partorire in modo naturale per sentire appieno l'unione che in quegli attimi c'è tra la mamma e il bimbo. Ho sentito davvero la forza della Natura, per la prima volta nella mia vita, perché il parto è una cosa di un'umanità estrema che si vive senza la sofisticazione del mondo di oggi. Ho urlato come Mel Gibson in Braveheart quando lo squartano e alla fine, quando Gabriele è nato e me l'hanno messo sulla pancia, ho provato un momento magico bellissimo. Avevo subito dimenticato tutta la sofferenza passata e avevo voglia di fare già un altro figlio per rivivere tutto da capo".

Il suo compagno, Nicola Zanone, le teneva la mano?
"Ma no (e ride), lui è un uomo che si impressiona a vedere la sofferenza, non riusciva a vedermi così. Sarebbe svenuto lì. Allora è rimasto fuori, seduto con la testa tra le mani perché era preoccupatissimo".

E Kangi, come si comporta con il fratellino?
"E' contentissimo, sono molto orgogliosa di lui. Pensi che fa il pendolare tutti i week end, da Padova dove studia medicina a Ravenna, per darmi una mano. Purtroppo faccio l'allattamento misto, allora si alza con me di notte, mi tiene il biberon; quando usciamo vuole portare sempre lui il passeggino...".

Quando seppe della gravidanza parlò di un miracolo...
"Sì, sono convinta che questo bambino me lo ha mandato Dio. In realtà ho sempre desiderato poter rifare la mamma, ma non ci speravo più, per via dell'età e del fatto che non avevo trovato l'uomo giusto. E invece, mai dire mai... Per questo ho preso la cosa come un dono divino. Cosa c'è di più bello di un figlio? Non ci sono né successo, né soldi che reggano il paragone. Se mi guardo indietro, nella vita che mi ha dato più sofferenze che gioie, penso proprio che la cosa più bella siano Kangi e Gabriele".

Ma ha riscoperto la fede in questi nove mesi?
"No, sono sempre stata molto credente. So che in una società come la nostra, l'aver fatto un certo lavoro rende scettici e fa parlare della 'redenzione di Selen'. In realtà ho sempre saputo che il mestiere di pornostar per me era solo un percorso della mia vita, estemporaneo, e mi sono sempre definita un'outsider di quell'ambiente, che frequentavo poco. Giocare con il mio corpo e con l'erotismo mi aiutava karmicamente, mi serviva spiritualmente".

E come ha passato la gravidanza?
"Ho letto e studiato tanto libri per diventare mamma e mi sono informata su tutto: sono arrivata al parto preparatissima e organizzata su tutto, anche se Gabriele ci ha fatto una sorpresa nascendo con tre settimane d'anticipo. Ma aspettare un figlio è peggio che sposarsi: ci sono duemila cose da preparare e io ho voluto scegliere tutto con amore, senza fretta".

Quanto al futuro, dopo il bebè le nozze?
"No, non credo proprio, non ne abbiamo mai parlato, io e Nicola, non è nei nostri piani, anche perché il mio compagno non è ancora divorziato".

A quando il ritorno nel mondo dello spettacolo?
"Anche a questo non ho ancora pensato. Adesso voglio fare solo la mamma. A sei mesi dalla nascita di Kangi ero già al lavoro: a livello di qualità gli ho dato tanto, ma quanto al tempo... Ecco, con lui ho giocato tantissimo. Lui viveva con i nonni quando io ero via per lavoro, ma quei giorni in cui tornavo a casa li dedicavo tutti a lui, andavamo al parco, in spiaggia, in bicicletta, giocavamo con la plastilina, con le costruzioni. Sarà lo stesso con Gabriele, ma ora sono anche una mamma-casalinga. E alla casa devo pensarci io".

Gabriella Persiani