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Herpes Zoster, una malattia da non sottovalutare

Ogni anno 150mila italiani sono afflitti da un'infiammazione virale che colpisce la cute e le terminazioni nervose. Ma spesso il peggio arriva dopo la fase acuta

È popolarmente noto come Fuoco di Sant’Antonio o addirittura come Fiamme di Satana, e ogni anno affligge decine di migliaia di italiani. È l’Herpes Zoster, una malattia virale che si presenta come una dolorosa eruzione cutanea, che in seguito può dare vita a complicanze molto debilitanti. “Si tratta di una malattia provocata dal virus Herpes Zoster chiamato anche Varicella Zoster perché è lo stesso identico virus che da bambini provoca quella malattia” spiega il professor Giancarlo Icardi, ordinario dell’Università di Genova e direttore dell'Unità Operativa Complessa Igiene Ospedale del San Martino Genova. “Dopo che la varicella ha fatto il suo corso il virus non sparisce ma rimane nascosto in qualche ganglio del nostro sistema nervoso per un periodo più o meno lungo e poi, solitamente dai 50 anni di età, si può slatentizzare e provocare l’Herpes Zoster”.

Quali sono le sue caratteristiche?

La malattia viene spesso considerata una banale patologia cutanea che si manifesta attraverso un’eruzione caratterizzata da vescicolette. In realtà è una malattia sempre dolorosa e spesso debilitante. Quando parliamo di Fuoco di Sant’Antonio la distribuzione classica a cui pensiamo è quella toracica. Dal momento che il virus si annida nei gangli nervosi, avendo a livello toracico tutta una serie di nervi che partono dalla colonna ed essendo appunto le vertebre del torace quelle più rappresentate, circa il 50% dei casi li vediamo con le vescicole che compaiono su metà del torace, partono dalla schiena e arrivano davanti sull’emitorace, destro o sinistro.

 

In quali altre zone del corpo può manifestarsi?

Se il virus si localizza nel nervo trigemino può dare lo Zoster Oftalmico, una patologia che è ancor più dolorosa e nei casi più rari può portare alla perdita della vista. C’è poi la classica localizzazione lombare, con partenza dai nervi che escono dalle vertebre lombari, che si manifesta in genere nel 13-15% dei casi. Nel complesso in metà dei casi rileviamo un Herpes toracico mentre l’altra metà si divide tra livello cervicale e lombare.  

 

Qual è l’incidenza di Herpes Zoster tra chi ha fatto la varicella?

Nel corso della vita una persona su quattro di quelle che hanno avuto la varicella è destinata a sviluppare il Fuoco di Sant’Antonio. Chi non ha fatto la varicella invece, se incontra il virus svilupperà questa, che in età adulta è una malattia seria, che spesso richiede il ricovero perché ci sono complicanze importanti che vanno dalla patologia dolorosa alla meningite da Herpes Zoster o all’epatite virale.

 

Quanti casi di Herpes Zoster si registrano in genere in Italia ogni anno?

I numeri in Europa sono mediamente di un milione e mezzo di casi di Zoster all’anno. Dati emersi da un’indagine del 2010 e confermati da un progetto finanziato nel 2017, con quattro centri coinvolti (Liguria, Veneto, Puglia e Sicilia) in una rete di medicina generale, ci dicono che in Italia sono circa 150mila ogni anno. 

 

A quale età si è maggiormente soggetti?

Dei circa 150mila casi che si verificano ogni anno in Italia, due terzi riguardano persone oltre i 50 anni. Questo perché intorno a quell’età inizia quello che chiamiamo processo di immunosenescenza, ovvero di invecchiamento del sistema immunitario. Un processo che con il passare del tempo si fa sempre più evidente fino che, intorno ai 65-70 anni, effettivamente ci troviamo di fronte a un sistema immunitario che non è più vivace come può essere quello di un bambino.

 

Si possono avere complicanze dopo la fase acuta?

Si, ce ne sono diverse. Una di quelle che vediamo più facilmente è lo Zoster Oftalmico, che colpisce il nervo trigemino nella branca che va a innervare l’occhio. Si possono avere complicazioni anche riguardanti l’udito, infezioni cutanee, cerebrali e viscerali. Ma la più temuta è la Nevralgia Post Erpetica.    

 

Di cosa si tratta?

È una complicanza dolente e dolorabile, cioè basta sfiorare con la punta del dito o con un indumento leggero per avere una dolorabilità importante anche se non ci sono più le vescicole. E spesso questa è anche refrattaria agli antidolorifici più potenti, come gli oppioidi o i farmaci che usano i neurologi.

 

Chi corre il rischio di andare incontro alla Nevralgia Post Erpetica?

Con l’aumentare dell’età aumenta anche la probabilità di sviluppare questa complicanza. In genere parliamo di un 10-12% delle persone che sviluppano l’Herpes Zoster. Di questi una persona su cinque ha ancora dolore dopo un mese, un 10-12% non guarisce prima di tre mesi circa e un 2-3% ha ancora forte dolorabilità addirittura dopo un anno.

 

È molto impattante sul quotidiano delle persone?

È una malattia che diventa debilitante. Questa condizione dolorosa e prolungata nel tempo limita spesso e volentieri le normali attività e la vita sociale, perché è una condizione difficile da sopportare.