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Ripartire si può, anche dopo un infortunio sul lavoro
 

Grazie ai progetti di reinserimento lavorativo, l’Inail garantisce forme di sostegno per consentire ai lavoratori di tornare alla propria vita professionale anche dopo un incidente o una malattia professionale. Christian, Ivana e tanti altri ci sono riusciti: ecco come

Ripartire è ormai la parola d’ordine: dopo più di un anno di pandemia, di lutti, di chiusure, di sacrifici, di sofferenze, bisogna trovare la forza per ricominciare. Per risollevarsi e per ricominciare a vivere e ad andare avanti. A partire dal lavoro che in questi lunghi mesi ha pagato un prezzo pesante e trasversale al virus poiché gli effetti della pandemia hanno coinvolto la maggior parte delle categorie lavorative e interessato la quasi totalità dei settori professionali. Ripartire, però, non è solo l’obiettivo per il dopo-Covid, è la realtà di tante persone che, dopo un periodo di sofferenza causato da un infortunio sul lavoro o una malattia professionale, grazie al sostegno dell’Inail hanno avuto la possibilità di tornare alla propria vita professionale attraverso i progetti di reinserimento lavorativo posti in essere dall’Istituto nella stessa mansione svolta prima dell’incidente e nella nuova occupazione. È il caso di Christian, un pasticciere di Villasanta in provincia di Monza e Brianza che qualche anno fa ha subito un grave infortunio mentre rientrava a casa dal lavoro. Grazie a un progetto personalizzato di reinserimento lavorativo, gli spazi del laboratorio artigianale dove lavora sono stati adattati alle sue nuove esigenze consentendo a Christian di riprendere a lavorare e di ricominciare a sfornare i suoi dolci tutti i giorni.

Ma è anche la storia di Ivana, imprenditrice agricola di Corinaldo località vicino ad Ancona, che ha passato giorni, mesi e anni alla guida del suo trattore; le continue vibrazioni, però, le hanno provocato gravi problemi alla schiena. E anche lei, come Christian, grazie a un progetto di reinserimento lavorativo dell’Inail è tornata a lavorare con un nuovo trattore adattato alle sue esigenze.

 

L’Inail nel corso degli anni ha ampliato le tutele offerte ad aziende e lavoratori, e oltre a quelle economiche e sanitarie eroga anche prestazioni socio-sanitarie e integrative, come forme di sostegno finalizzate al recupero, alla riabilitazione psico-fisica e al reinserimento nel mondo del lavoro e nella vita di relazione.

Con i progetti di reinserimento, l’Inail è sempre più vicina ai lavoratori vittime di infortuni e malattie professionali, ma anche alle loro aziende: erogando finanziamenti, a favore dei datori di lavoro, fino a 150 mila euro per interventi di adeguamento e adattamento delle postazioni lavorative, superamento e abbattimento delle barriere architettoniche e formazione. Le misure di sostegno predisposte dall’Istituto che hanno come obiettivo principale il reinserimento professionale dei lavoratori infortunati, mirano anche ad aumentare la produttività delle aziende che possono procedere all’adeguamento degli ambienti e delle postazioni di lavoro o attivare processi di riqualificazione professionale, venendo incontro alle esigenze dei lavoratori infortunati.

Il quadro normativo 

Dal punto di vista normativo, le competenze in merito agli interventi di reinserimento lavorativo sono state attribuite all’Inail dalla Legge di Stabilità 2015, in base alla quale l’Istituto ha emanato il Regolamento per il reinserimento e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro n. 258 dell’11 luglio 2016, in parte modificato, nel 2018, con la determina presidenziale n. 527, che ha previsto importanti novità, illustrate nella circolare Inail n.6 del 26 febbraio 2019.

Fra le innovazioni introdotte, vi è l’ampliamento delle modalità d’accesso alle misure di sostegno, attraverso la possibilità riconosciuta al datore di lavoro di proporre all’Istituto un progetto personalizzato di reinserimento lavorativo condiviso con il lavoratore; la rimodulazione dei limiti massimi di spesa rimborsabili dall’Inail: fino a 135 mila per l’adeguamento e l’adattamento delle postazioni lavorative e per gli interventi di abbattimento e superamento delle  barriere architettoniche e 15 mila per la formazione.

 

Sono stati semplificati gli adempimenti richiesti ai datori di lavoro per accedere alle misure di sostegno: richiesta di un solo preventivo di spesa, per ciascun intervento, in luogo dei tre previsti prima; innalzamento della misura massima di spesa rimborsabile per eventuali consulenze tecniche; eliminazione dell’onere di acquisire le certificazioni riguardanti i requisiti degli operatori economici individuati per la realizzazione degli interventi.

Inoltre la Legge di bilancio 2019 ha introdotto la possibilità, da parte dell’Istituto, di rimborsare al datore di lavoro il 60% della retribuzione corrisposta alla persona con disabilità da lavoro destinataria di un progetto di reinserimento lavorativo mirato alla conservazione del posto per un periodo comunque non superiore a un anno.