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Europee, Bbc: trionfo del partito di Farage al 32%, crollano i Tory

Ma lʼaffluenza alle urne è ai minimi: 37% contro il 51% di media nel resto della Ue

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Il nuovo Brexit Party di Nigel Farage trionfa con il 32% alle Europee in Gran Bretagna, secondo una prima proiezione nazionale della Bbc, che dà i LibDem filo-Ue secondi al 19% (+11%), il Labour terzo in calo al 16, i Verdi (due punti in più) all'11, e i Tory dell'ex premier May solo quinti crollati al record negativo storico dell'8%.

Secondo la Bbc l'affluenza in Gran Bretagna sarebbe ferma al 37% contro il 51% della media europea. Il partito della Brexit ha vinto in 13 delle prime aree che dichiarano l'esito del voto, con oltre il 40% in cinque di queste. Al secondo posto si piazzerebbe il Partito Liberaldemocratico. I primi risultati che emergono a livello regionale vedono il partito di Farage al 39% nel Nordest, secondi i Laburisti con il 19%.

I risultati sono arrivati ora ma il voto è avvenuto giovedì 23, ma con scrutinio congelato fino alla chiusura delle urne in tutti gli altri 27 Paesi e sono il frutto in effetti di un contesto molto particolare e per certi versi casuale. Trattandosi di una consultazione segnata da un'affluenza storicamente molto più bassa rispetto al voto nazionale (quest'anno solo in leggera ascesa attorno al 37%), dal sistema di voto proporzionale totalmente diverso rispetto a quello nazionale e da un contesto monotematico: sullo sfondo di quella polarizzazione "Brexit sì-Brexit no" che l'impasse parlamentare sulla ratifica dell'addio all'unione mantiene viva.

Una consultazione destinata comunque a condizionare nelle prossime settimane la corsa alla successione di Theresa May alla guida del partito conservatore e poi del governo. E a rafforzare inevitabilmente le chance dei candidati euroscettici, Boris Johnson in testa, dato il salasso di voti Tory verso Farage. La delusione viene del resto a galla pure per Labour, dalle cui file John McDonnell, cancelliere dello Scacchiere ombra (e braccio destro di Corbyn), aveva evocato ancor prima dell'apertura delle urne "una bella legnata". Nel partito salgono le voci di chi chiede al leader di schierarsi a questo punto decisamente in favore di un secondo referendum sulla Brexit, tanto più di fronte allo scenario del possibile ingresso a fine luglio a Downing Street al posto della May di un premier "brexiteer estremista" non alieno all'idea di un traumatico divorzio no deal dall'Ue.

Anche se l'epilogo più immediato dei prossimi mesi potrebbe essere alla fin fine quella di elezioni nazionali anticipate nel Regno: nelle quali il sistema del maggioritario secco e dei collegi uninominali diventerebbe davvero una prova di equilibrismo per un partito costretto a rivolgersi grosso modo a due terzi di elettori tradizionali europeisti e a un terzo di pro Brexit.